
Sabrina, oramai sei una sanpaolina a tutti gli effetti, ma mi sembra che questo non sia il tuo quartiere di origine
“io non sono proprio romana, lo sono oramai di adozione, le mie origini sono pugliesi, sono nata a Torino dove sono cresciuta, per questa ragione il mio nickname fb è Torino; a San Paolo vivo dal 2016, non sono tantissimi anni, altri 15 li ho vissuti in un’altra zona di Roma. Una volta arrivata a San Paolo mi sono presto posta la questione di come potessi conoscere in maniera approfondita questo quartiere ed avvicinare le persone, volevo uscire dal senso di isolamento che inevitabilmente si prova quando si abita in una zona nuova. E allora mi sono chiesta se non avrei fatto bene a riconsiderare l’idea di impegnarmi in qualche attività di volontariato, ma la scelta su dove orientarmi non era facile: ad esempio, io amo gli animali, ma non fino al punto di adoperarmi costantemente per loro, apprezzo chi fa assistenza in ospedale e so anche che a me costerebbe troppa fatica emotiva.. insomma ero in una fase in cui oscillavo tra una opportunità e l’altra quando, sul sito fb Sei di San Paolo se, notai un post di Retake Roma e mi sono detta:”forse questo è proprio quello che fa per me, forse può essere un’esperienza che mi piace”
la tua adesione a Retake è stata immediata?
“mi sono informata per capire a chi indirizzare la mia richiesta di prendere parte ad un evento e decisi di scrivere direttamente al Presidente e così raggiunsi Simone in messenger e lui mi suggerì di aderire agli eventi del gruppo Marconi. Una domenica mattina raggiunsi Stef e Daniele che era di passaggio a Roma e assaggiai per la prima volta lo spirito di accoglienza dei retaker. Quel giorno noi tre parlammo moltissimo, Daniele mi regalò una shopping bag piena di attrezzi, insomma quel gradito welcome kit e l’atmosfera piacevole che avevo respirato mi avevano proprio dato il senso di un “benvenuta tra noi”
bizzarro aver iniziato da Marconi
“in effetti io vivo un po’ al confine, a Valco San Paolo, ma anche Stef mi fece notare che il mio gruppo di riferimento fosse quello di San Paolo Garbatella. Ho quindi iniziato ad attivarmi e a notare che vari cittadini chiedevano di intervenire insieme in zona San Paolo e più notavo questo e più mordevo il freno perché in effetti non ci ritrovavamo in pochissimi ad operare.. iniziai a provare un po’ la frustrazione del non poter fare a dispetto dell’interesse che percepivo in giro. Poi un giorno mi contattò in messenger Sabina”
e fu così che iniziò lo stalkeraggio di Sabina anche verso di Te!
“Sabina è la “stalker” retaker più determinata che io conosca e naturalmente lo fa a fin di bene! Sta di fatto che decidemmo di incontrarci e lo facemmo a stretto giro, quella volta era con noi anche Becky, una volontaria norvegese inglese che ci ha accompagnato i primi tempi. Immagina che ci siamo date appuntamento a Largo Beato Placido Riccardi, se penso che quel luogo è diventato una nostra sorta di presidio, io non avrei mai potuto immaginare quanta strada avremmo fatto, so solo che avvertii la sensazione che mi stessi imbarcando in una avventura civica e sentivo una forte motivazione dentro di me. Qualche giorno dopo lavorammo vicino al Rettorato”

che idea ti eri nel frattempo fatta di San Paolo?
“quella di un quartiere difficile, complesso, una zona dove si è persa l’appartenenza, è per lo più abitata da studenti, si sono perse le tracce di chi l’ha abitata in origine, soffre di pesantissimo vandalismo sui muri e soffre ancor più di mala movida. Per questa ragione Sabina ed io ci persuademmo che ci aspettavano sfide molto impegnative che andavano affrontate con misure dedicate solo a questa area e quindi chiedemmo ed ottenemmo di poter operare in un gruppo autonomo. Il nostro primo evento in autonomia, intendo dire quello in cui incominciammo a misurarci su strada senza alcun coordinamento esterno, fu a Via Efeso nella primavera del 2019, in quella occasione ci raggiunsero Matteo dalla Garbatella, Claudio ed Ottorino, retaker che ci hanno accompagnato in tanti nostri eventi successivi. A distanza di qualche mese abbiamo dato vita ad un Retake clamoroso, direi indimenticabile, quello alla metro San Paolo del 4 gennaio 2020. Sabina vi si dedicò con tutta se stessa e fu un grandissimo successo di partecipanti anche se, mi duole dirlo, la tenuta di quei nostri interventi è stata relativa e quella rinnovata sconfitta ci ha dato la misura di quanto fosse davvero dura..”
come ti è sembrato più opportuno muoversi per fare, per così dire, proselitismo?
“ci siamo presto persuase che la prima cosa da fare fosse sensibilizzare i negozianti, di fatto ben pochi conoscevano Retake, andavano informati e poi era importante cogliere su che basi poter collaborare, insomma abbiamo cominciato a costruire delle relazioni e la stessa cosa abbiamo fatto con i comitati e le associazioni locali, non aveva alcun senso pensare di poter procedere da soli, ci siamo adoperati perché si potessero ricucire contatti un poco allentati: quella delle alleanze, costruite giorno per giorno, è stata come aver gettato delle rinnovate fondamenta. Mi fa un po’ impressione pensare che il primo evento del neonato gruppo RR San Paolo è stato il 7 marzo 2020, a Via Giustiniano Imperatore, altra data indimenticabile, eravamo a tre giorni dal lockdown! E noi eravamo oramai tre nuovi Admin, Claudio, detto San Paolo, aveva accettato di fare anche lui la sua parte. Un esordio del gruppo da noi tanto atteso che ha subito una battuta di arresto”
immagino vi siate presi del tempo per riflettere
“avevamo già compreso che dovevamo uscire dalla logica degli eventi spot e che avrebbe avuto molto più senso agire con continuità su aree ben individuate sul territorio, zone elette alle quali dedicare cura quotidiana, veri e propri presidi”
durante il lock down anche Retake ha dato prova di solidarietà sociale
“senza dubbio e quello che è poi accaduto, grazie all’intuito di Raffaele e Marina, è che questa nostra adesione di supporto ad alcune fasce deboli della popolazione non doveva rimanere ristretta ad un periodo epocale come quello della pandemia, urgeva piuttosto continuare ad attivarci solidariamente come nostro obiettivo più strutturato, E così è nato il format Retake solidale per il sociale che ha subito trovato la mia piena approvazione. Io mi rammarico di non aver potuto prendere parte ai mercoledì di Colle Oppio, ma in due occasioni c’ero anche io. E questo approccio ci ha poi guidato nel mettere a punto un modello di gestione del territorio a San Paolo che vede in azione i commercianti e anche persone fragili alle quali si vuole dare una prospettiva concreta di integrazione lavorativa e sociale. La gestione del parchetto antistante il Mercato Corinto ne è una riprova eloquente, il parchetto è stato adottato dai negozianti del mercato e noi abbiamo affidato la sua gestione all’Associazione Ridaje che si occupa dell’integrazione sociale di persone ai margini. Io credo moltissimo in questa modalità. E’ quella che abbiamo poi applicato anche alla gestione di Largo Beato Placido Riccardi, proprio il luogo dal quale ci siamo avviate ”

prima parlavamo di quanto sia importante dentro Retake la cura della relazione, sia quella che instauriamo con i vari soggetti che si muovono sul territorio, sia quelle che si creano al nostro interno
“Retake si fonda sulle relazioni, io posso ben dirlo perché, pur essendo schiva e molto riservata, mi sono molto aperta ed ho contattato uno stuolo di persone che mai avrei pensato di frequentare. In genere frequentiamo persone a noi affini, dentro Retake si muovono le persone più disparate, per età, formazione professionale, provenienza sociale, livello culturale, convincimenti ideologici, eppure siamo tutti appassionatamente vicini a Roma e vogliamo riscattarla e proteggerla. Dentro Retake nascono rapporti affettivi e qualitativi, uno di questi per me è quello che ho stretto con Micky, il nostro è un bellissimo scambio umano, io lo frequento sempre con piacere. Poi a spingerci ad aderire a questo o quell’evento, anche esterno al proprio quartiere, ci sono le ragioni del cuore, io per esempio sono stata al Retake con Atac a Cornelia perché quella era stata la stazione metro che ho utilizzato per 15 anni! Mi piace ricordare un episodio che mi lega a Nino, un giorno gli chiesi aiuto perché mi desse del gel antigraffiti e convenimmo di incontrarci alla metro Lepanto. Nino si presentò con tre litri di gel che mi sono dovuta trasportare in metro e il gel usciva dai barattoli diffondendo un odore tremendo! E’ la stessa sensazione la provarono i miei colleghi quando portai quei barattoli in ufficio! In questo aneddoto ci sta molto di noi, quanto sappiamo cooperare, quanto non ci arrendiamo, quanto sappiamo essere generosi gli uni con gli altri”
posso dirti che l’impressione che dai è di essere molto cambiata in questi anni? Ha a che fare con Retake?
“in larga parte sì, stare sulla strada mi ha fatto molto bene, la definirei una esperienza terapeutica, è uno sfogo fisico, io scarico la mia tensione, non penso, mi rilasso. Sono una persona piuttosto chiusa, grazie a Retake mi sono aperta, ho tirato fuori una parte di me, ho vinto le mie resistenze e i miei blocchi. Ho colto l’opportunità di uscire dalla mia comfort zone. Poi dentro Retake c’è molta convivialità, anche questo aiuta. E voglio aggiungere, come ulteriore dato positivo, che Retake risponde pienamente al mio desiderio di migliorare quello che mi circonda”
non pensi a volte che certi problemi sono talmente complessi da non far intravedere margini di miglioramento?
“a chi osserva che “tanto è così, non c’è niente da fare”, a questa diffusa rassegnazione, io rispondo facendo la mia parte. Non tollero la polemica sterile, trovo che non ci si debba deresponsabilizzare, anzi! Ognuno dovrebbe fare qualcosa a difesa dei Beni comuni, io ci voglio mettere del mio”
a proposito, ti è mai capitato di agire anche autonomamente?
“In due occasioni, una sotto casa mia dove si erano accumulate tante foglie ed io sono scesa a rimuoverle e poi una volta a Campobasso, dove vive mia madre: avevo con me una pinza acchiappa rifiuti ed ho fatto incetta di mozziconi, in vari, curiosi, mi hanno chiesto che cosa stessi facendo. Io penso che si arriva ad un punto in cui ci si rende conto di essere retaker sempre ed ovunque, in noi è troppo forte l’impeto a limitare la deriva che troppo spesso ci circonda, io mi oppongo ed agisco, è davvero più forte di me!”

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