
Ciao Roberto, ogni tanto fai capolino nelle foto con una espressione solare e ho avuto la curiosità di conoscerti
“piacere, io per i retaker sono conosciuto come “il marito di Rossella” (Verdosci n.d.r)”
per me non è stato così, non lo avevo capito ed è stato buffo chiedere proprio a lei chi fossi!
“noi oramai agiamo come un intero nucleo familiare, suocera compresa!”
come è andata per Te, sei stato trascinato da quel vulcano della tua Donna?!
“all’inizio direi che il tutto si è avviato per mia propulsione. In realtà mi sono limitato solo a suggerire a Rossella di individuare realtà associative impegnate nel sociale per meglio introdursi nella realtà romana e fare nuove conoscenze. Lei è per caso inciampata in Retake, per strada, in zona Casetta Mattei: è stato amore a prima vista e da quel momento è diventata lei la trascinatrice di tutta la famiglia (e non solo…..)”
tu non sei napoletano, giusto?
“esatto, io sono di Torino, ma per molti anni ho girato per tutta l’Italia. Venticinque anni fa ho anche vissuto a Roma per un anno e mezzo, più precisamente a Fiumicino, poi è stata la volta della Sardegna dove mi sono fermato cinque anni ed infine Napoli, una permanenza di nove anni dove ho poi incontrato Rossella. Siamo a Roma dal 2012 e abbiamo scelto di vivere a Bravetta quasi casualmente, è stata una scelta felice, ci troviamo molto bene, è una zona a dimensione d’uomo, quasi da spirito di paese, è molto ben servita e con polmoni verdi a noi vicini, Villa Pamphili la raggiungiamo a piedi”
come ti trovi a Roma?
“benissimo, me ne sono innamorato dalla prima volta, ha una Bellezza straordinaria ed un clima ideale, lo dico da torinese atipico che soffre molto il freddo, e qui il clima è perfetto! il rapporto tra me e i romani non ha mai incontrato problemi, è anche vero che io sono una persona adattabile, mi integro con facilità e poi ogni volta che qui scoprono che tifo Toro sono ancor più il benvenuto, al di sopra di ogni tifoseria locale!”
in che campo lavori?
“sono manager di una multinazionale di autonoleggio, è un lavoro che assorbe moltissime energie e, nel poco tempo libero che mi rimane, cerco di ottimizzare al meglio i momenti per recuperare……”
in che modo ti decomprimi da questa notevole pressione, quale la tua formula detox?
“da anni seguo pratiche di meditazione di formazione orientale, giorno per giorno scelgo quella che mi sembra più confacente al mio stato psicofisico e al tempo che ho a disposizione, poi certamente Retake mi sta molto aiutando in questo”

che cosa apprezzi di questa proposta civica?
“apprezzo tutto, mi piace molto la sua spontaneità, il fatto che non risenta di alcuna influenza politica e che abbracci chiunque, è coinvolgente e inoltre tramite Retake ho conosciuto diverse belle persone”
verso che tipo di attività ti senti più chiamato?
“senza dubbio gli eventi solidali. Ritengo che, l’impegno che un volontario ci mette, porti con sé anche un po’ di sano egoismo: agiamo, magari anche inconsapevolmente, per il nostro benessere, dare agli altri fa stare bene principalmente noi stessi. La prima attività di questo tipo è stata aver preso parte alla distribuzione dei pacchi solidali durante il lockdown del 2020. E penso in particolar modo a quando siamo andati a Casa Ronald a Palidoro, quella esperienza mi ha riempito il cuore. Il contatto con quei bambini piccoli piccoli, alcuni dei quali affetti da patologie piuttosto gravi, mi ha indotto a rivalutare e ridimensionare quelli che nel nostro quotidiano consideriamo come problemi: quando ti confronti con altre realtà, ti rendi conto che davvero i problemi sono altri e dovremmo essere sempre grati per ciò che abbiamo. Il sorriso di quei bambini mi ha fatto sentire ricco dentro”
ogni tanto anche a noi, a fronte del nostro impegno, ci obiettano che i problemi siano altri.. perché invece pensi che quello che facciamo abbia valore?
“quando siamo stati lì – è un posto bello di suo, affaccia sul mare – abbiamo sistemato l’esterno che ne aveva proprio bisogno, verniciato alcune strutture e risistemato i giochi per i bambini; in fondo anche questo fa parte dell’accoglienza di un luogo e quello è un luogo di accoglienza, solo che chi lo gestisce non ha la possibilità di potersene prendere cura avendo cose molto più importanti a cui dedicarsi, per questo abbiamo risposto con piacere al loro appello, questa è una forma del nostro essere solidali”
che diresti di Retake ad un cittadino riluttante?
“che non costerebbe nulla provare perché, come dicevo, questo tipo di attività, sopra ogni cosa, fa star bene noi stessi. Inoltre dobbiamo uscire dalla logica del “tanto ci pensa qualcun altro”. In realtà il cambiamento nella gestione civile di una città deve partire da noi: come rigenerare le aree comuni, se non iniziamo proprio noi stessi? Roma è una Città molto grande, ha bisogno del rispetto e del contributo di tutti”
detta così suona un pò gravoso.. come si concilia l’impegno con la piacevolezza?
“questo è un po’ il fascino della formula Retake: il lavoro che facciamo può essere anche faticoso, “non si cazzeggia”, come si suol dire, eppure si ride si scherza. Ci si dedica con la giusta attenzione e serietà, sempre con il sorriso sulle labbra. E non mancano mai momenti conviviali”

dicevi della fatica fisica: in effetti il nostro tipo di volontariato investe molto anche il piano fisico, il retaker agisce per lo più sul campo e muove il corpo
“certo che il fisico è del tutto coinvolto, c’è attività motoria in quello che facciamo e lo svolgiamo all’aria aperta, è proprio quello di cui si ha bisogno; io gioco a tennis quando posso, ma anche Retake mi dà sempre la sensazione che io stia lavorando con il mio corpo. A me tutto questo fa proprio bene mentalmente, lo trovo liberatorio, voglio solo agire: non mi viene richiesto di gestire situazioni o risorse umane.. questo è quello che faccio ogni giorno per lavoro, quando partecipo ad un Retake mi piace l’idea di essere un soldato semplice e mi sta bene che ci sia chi decida per me”
questa è una considerazione che ho già sentito fare ad altri manager retaker, in fondo Retake può portare ad una sorta di stato meditativo, contribuisce ad alleggerire la mente. Mi sorprende che il tuo impegno nei Retake solidali sia comunque per Te fonte di benessere
“mi piace essere coinvolto con le persone, mi fa sentire utile. E’ stato così anche a Santa Sofia, durante la distribuzione dei pacchi alimentari e non solo, destinati ai profughi ucraini sfuggiti alla guerra, siamo entrati in contatto con alcuni di loro che erano appena arrivati il giorno prima…quello che stavamo facendo aveva davvero senso”
ho notato che hai preso parte a qualche trasferta Retake
“sia a me che a Rossella piace molto viaggiare, ogni volta che abbiamo occasione andiamo a scoprire gusti, culture diverse, queste trasferte ci hanno consentito di cambiare aria. Mi sono occupato per anni dello sviluppo del network nel corso della mia carriera lavorativa, per cui tra le tante città da me visitate conoscevo anche Pescara e Campobasso, ma in quel caso ha giocato favorevolmente lo stare insieme per un obiettivo comune”
quale aspetto ritieni più cruciale tra le attività di cui ci occupiamo?
“quello formativo rivolto alle Scuole, spero riusciremo sempre più a puntare sulle nuove generazioni, loro sono il futuro e dovremmo continuare ad investire, coinvolgendoli in ogni occasione, rendendoli sempre più parte attiva del cambiamento”

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