
Roberta, come descriveresti lo stato attuale della Città di Barletta?
“la nostra è una cittadina di 100.000 abitanti, da qualche mese viviamo in una fase di stallo amministrativo, un’inerzia che era gia’ molto evidente prima, ma ora e’ un ostacolo insormontabile. Non è una circostanza facile da vivere in quanto cittadini, tanto più che da noi si è aggravato il quadro della criminalità, sono molto aumentati i furti e ci siamo persuasi che i vari tasselli del degrado, vandalismo e spaccio, facciano capo a vere e proprie organizzazioni criminali. Per questa ragione abbiamo accettato di buon grado di far parte anche noi di una rete associativa nelle quale sono presenti altre trenta associazioni cittadine guidate dalla capofila, Ambulatorio Popolare, una realtà mutualistica, conosciuta per il suo impegno verso le fasce più deboli della popolazione. Insomma serve essere uniti per affrontare questa crisi dello Stato Sociale, la poverta’ genera disagio e lo stesso sfocia spesso in violenza. Non molto tempo fa è stato accoltellato un ragazzo per futilissimi motivi, da questo grave episodio e’ nato un movimento spontaneo “Cerco Barletta”, per reagire all’indifferenza e contattare la parte buona della Citta’ e noi, ovviamente, non abbiamo fatto mancare il nostro sostegno”
vi viene riconosciuto ufficialmente di essere a pieno titolo in quella parte “buona” della Città, come credi che siate percepiti in senso distintivo?
“il nostro passato racconta chi siamo, il nostro esserci sempre adoperate per il bene della comunita’ ha permesso alla gente di percepire la nostra sincerità e la nostra buona fede. Le nostre iniziative descrivono perfettamente il nostro pensiero di comunità che è chiaramente lontano da strumentalizzazioni politiche e che si concretizza sul principio di amministrazione condivisa. Noi facciamo concretamente capire che prendersi cura dei Beni comuni è possibile, ecco perchè ci guardano con grande curiosità.”
rappresentate una novità cittadina
“direi proprio di sì, in città non c’era nessun’altra associazione che si occupasse di questo: ci siamo costituiti come sezione Retake un anno fa, la strada da percorrere è ancora piuttosto lunga, ma abbiamo tanta energia e tanti progetti da voler realizzare.”
la domanda è d’obbligo: come hai conosciuto la proposta di Retake?
“personalmente sono vicina alle tematiche ambientali da molti anni, nel 1994 sono diventata socia ordinaria di Legambiente nazionale, ho partecipato anche ai campi estivi internazionali. Quando la stessa si è ricostruita a Barletta, mi sono riavvicinata. Ma il mio cuore batteva a ritmo Retake. Seguivo sui social Retake Bari e mi sono sentita coinvolta del loro modo dinamico di fare attività. Noi,di fatto, rappresentiamo una proposta pratica, libera, bella, pulita, non istituzionale. Ed è questo mio convincimento ad avermi orientato verso Retake”

eppure l’interlocuzione con le Istituzioni è imprescindibile, dobbiamo trovare il modo di dialogarci e collaborare
“ne sono a tal punto persuasa che ho dedicato una quota parte delle mie energie nel seguire la struttura organizzativa di Retake e ho anche seguito i preziosi spunti, molto formativi, che vengono dal Prof. Gregorio Arena di Labsus, sono molto interessata e curiosa tanto da seguire tutto il percorso che anche Retake ha perseguito per l’approvazione del Regolamento dei Beni comuni, leggendo tutti i verbali per riuscire a raggiungere questo obiettivo anche nella mia città. Ho quindi avanzato la proposta al Comune, dopo aver richiesto a Labsus il Regolamento, ma attualmente non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Purtroppo complice il periodo e anche il caro prezzo da pagare per non voler cedere ai meccanismi dell’ente comunale. Ma noi non molleremo.”
con che criterio scegliete gli interventi su territorio?
“organizziamo con facilità i Clean up grazie anche al supporto di associazioni e club locali che ci propongono di attivarci insieme. Per le attività più complesse abbiamo puntato al rifacimento di una zona degradata del Centro, abbiamo chiesto ad una fiorista locale di donarci delle piante e ad un supermercato un contributo economico, abbiamo anche contattato un artista e poi.. il blocco pandemia! Va tenuto presente che le nostre forze in campo sono esigue eppure suscitiamo clamore, diverse testate ci hanno dedicato attenzione, compresa La Gazzetta del Mezzogiorno. Quello che colpisce è che di fatto ad agire siamo io e Rossella Di Matteo, lei è una ragazza più giovane di me, ha iniziato per suo conto con degli amici, muovendosi sulla litoranea. Dopo aver letto una sua intervista online, le ho parlato del mio progetto Retake, e sono riuscita a coinvolgerla. Con Rossella ci siamo subito intese, lei ha 25 anni, io 46, e per alcuni aspetti organizzativi si affida a me. Attualmente possiamo contare su un gruppetto solido di circa cinque/sette persone. Per fortuna da qualche tempo si è unita a noi un’altra Rossella, anche lei di 25 anni, laureata poco tempo fa in Marketing &Management, ci sta aiutando tantissimo nell’organizzazione degli eventi in programma. Ognuno di noi apporta in Retake le proprie professionalità, possiamo contare su ognuno dei Retakers in modo diverso: c’è la nostra insostituibile addetto stampa e artista Nunzia Guacci, una donna discreta con uno spiccato umorismo.”

due giovani Rosselle al tuo fianco, buffo. Che tipo di apporto sta dando “Rossella2”?
“abbiamo dato un contributo alla sua Tesi sperimentale di Laurea sulla pratica Nudge, ossia il pungolo gentile nell’orientare comportamenti collettivi in situazioni di crisi e renderli virtuosi declinandoli sulla correttezza. Rossella era fondamentalmente focalizzata sui contenuti della sua attività universitaria e ci ha fornito degli elementi per realizzare dei manufatti, e noi abbiamo prestato particolare attenzione al riciclo/recupero degli stessi, utrilizzando dei vecchi fari dismessi dello stadio comunale “Puttilli” della nostra città. Alla consegna della Tesi di Laurea di Rossella, avremmo dovuto smontarli, ma visto il riscontro che hanno suscitato e la stasi della Giunta comunale, abbiamo soprasseduto ed ancora oggi li teniamo in vita. Questa iniziativa ha riscontrato largo beneficio, abbiamo recuperato con soli 5 fari/portacicche migliaia di mozziconi recuperati dall’ambiente focalizzando l’attenzione sulle modalità di sensibilizzare i fumatori sul grave problema dell’abbandono dei mozziconi. Il nostro progetto di recupero ha avuto sostegno da Irene Ivoi, anch’essa barlettana, esperta di Economia circolare e Nudge”
il messaggio che state dando è molto forte: in che modo in questo progetto sono entrati la leggerezza e il gioco?
“il Nudge ha come scopo principale proprio questo: è un modello che stabilisce dei principi per influenzare il comportamento rendendolo attraente, semplice, facile e tempestivo con l’obiettivo di influenzare il cittadino a compiere, attraverso il gioco, le giuste azioni. Infatti i fari sono stati divisi in due parti e realizzati per permettere al cittadino di fare una scelta e votare con la propria sigaretta un panzerotto fritto o al forno, una birra o un cocktail, la serie televisiva Gomorra o la Casa di Carta…”
Roberta, hai qualche sogno nel cassetto sul versante Retake?
“più che altro vorrei diventassimo sempre più un punto di riferimento per la Città istituendo dei gruppi di quartiere. Adesso vorremmo dedicarci, ad esempio, al Parco dell’Umanità, un luogo nuovo ma del tutto abbandonato, del quale occorre prendersi cura; certi obiettivi si possono raggiungere solo uniti”
questo è certo, come è imprescindibile che alcune scelte amministrative aiutino
“in questo senso un paio di anni fa il Bando per l’Adozione delle aree pubbliche ha avuto un grande riscontro. Anche noi nel nostro piccolo abbiamo fatto la nostra parte: Rossella 1 ha adottato una rotatoria verde dedicandola a Retake curandola con l’aiuto del padre, io ne ho in adozione un’altra, cerchiamo con la nostra sensibilità di stimolare gli altri.”

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