Paolo, ti vedo tra i campi..

in effetti è una mia grande passione, non a caso ho studiato Agraria, eppure il mio primo evento Retake è stato tra i fumi, mi sono persino accessoriato di mascherina ante litteram e fascia con luce, a mò di speleologo, abbiamo agito di notte, era estate.

che cosa era successo?!

si erano incendiati dei rovi prossimi alla rampa di accesso dal GRA al nostro quartiere, non puoi immaginare che cosa si era accumulato di rifiuti, raccogliemmo decine e decine di sacchi di bottiglie, purtroppo molti automobilisti hanno il malcostume di gettarle dalle macchine e questa è una piaga che non accenna a finire. Era un’azione necessaria in un punto di forte viabilità, abbiamo lavorato alacremente circondati dalla fuliggine, alla fine eravamo distrutti, ma gratificati, il risultato del nostro intervento era tangibile. Credo fosse il 2017

sei entrato subito a far parte di Retake?

per mia natura sono portato a voler comprendere le cose, ad approfondire. Ho voluto conoscere come fossero strutturati, l’organizzazione che si erano dati, chi fosse la memoria storica, chi i nuovi. E nel tempo mi sono anche reso conto che la vocazione spiccata di quel gruppo non potesse che essere indirizzata al Verde, un aspetto che rispondeva pienamente alle mie aspettative. La nostra zona è per certi aspetti un’isola felice, non abbiamo tag per le quali dobbiamo combattere e le poche che c’erano sono state coperte dalla notevole iniziativa del Miglio d’Arte, vista la notevole estensione verde da noi bisogna ragionare in termini di alberature ed ombreggiature, è necessario evitare che si formino aree bruciate. Ho sentito molto forte l’urgenza di adoperarmi in questa direzione e la mia curiosità mi ha ripagato

perché dici curiosità?

sono andato ad approfondire alcuni aspetti normativi di natura fiscale e ho scoperto che alcune aziende, soprattutto multinazionali, possono usufruire di sgravi fiscali se attivano progetti come piantumazioni o riforestazioni, anche in ambito urbano.

una notiziona!

devo dire che mi sono subito chiesto in che modo avrei potuto entrare in contatto con questa opportunità ed ho compreso che esistono società intermediarie che intercettano la domanda delle multinazionali e le mettono in contatto con i territori

e tu rappresentavi il territorio

esattamente! Ho quindi contattato AzzeroCO2 (azienda con capitale al 50% di Legambiente e Kyoto Club) e ho scoperto che avevano sede a 100 mt dal mio ufficio

quello che si dice un segno del destino..

in un certo senso sì.. ho avuto subito un ottimo scambio con la Dott.ssa Elena Piazza, ci siamo incontrati di lì a poco e ha preso l’avvio l’avventura. Il primo nodo da sciogliere è stato a chi appartenesse il terreno che avevo individuato come destinatario delle piantumazioni, occorreva escludere che fosse privato e doveva avere un’estensione capace di ospitare un quantitativo minimo di 500 piante.  Sulla pertinenza territoriale è stato di grande aiuto Enrico Malaguti che si è preso in carico alcuni aspetti burocratici ed ha appreso dal nostro Municipio che si trattava di area del Dipartimento Ambiente di Roma Capitale: sapevamo con chi dovevamo interfacciarci

a grandi linee quali sono stati i successivi passaggi?

abbiamo avuto il sopralluogo di un agronomo di AzzeroCO2 che ha supervisionato il terreno, per meglio comprendere quali delle essenze individuate nelle normative regionali si potevano implementare nella nostra realtà, per poi dare le relative direttive al loro fornitore delle alberature e della loro messa a dimora. Le spese di progettazione, preparazione del terreno e piantumazione sono state tutte a carico di AzzeroCO2, mentre l’azienda che ha sostenuto gli oneri è stata la E.On. Il nostro progetto è visibile sul loro sito!

quindi un’operazione a costo zero per Retake?

sotto il profilo economico sì, certamente noi siamo i custodi degli alberi, non possiamo lasciarli senza cure anche se il contratto prevedeva che la conduzione dell’impianto per due anni, vale a dire vigilanza, manutenzione ed irrigazione sia a carico del fornitore verde. Inoltre il contratto contemplava che  venissero ripiantumate nuove essenze se si fosse verificato un mancato attecchimento superiore al 10% dell’impianto.

al netto di tutta questa operazione quante alberi sono stati messi a dimora?

2000 (considerando le piantumazioni succedutesi nei quasi tre anni di conduzione dell’impianto) per i quali noi abbiamo garantito sfalcio periodico e le annaffiature. Ad ottobre scorso, come da contratto, sono stati ripiantumati per l’ultima volta alcuni alberi ed ora l’impianto ha la sua “forma” definitiva anche se diverse aggiunte le stiamo curando personalmente tra donazioni o spostamento di alberelli che nascono da seme in loco (farnie, lecci, biancospini, etc.). Il Dipartimento di tutela ambientale del Comune censisce quelli che abbiano attecchito da almeno due anni e questo è per noi è un dato importante perché a breve gli alberi dovranno andare sotto la cura dipartimentale

tu dedichi il tuo tempo esclusivamente a questa area “rimboscata”

non posso fare diversamente, circa due volte a settimana io vado a sfalciare, in questo periodo, o le poto in inverno. Voglio che questa zona sia il più possibile fruibile a tutti, le persone debbono poter passeggiare e sostare. Ho ragionato in modo che gli alberi fossero collocati per creare in prospettiva in alcuni punti, aree sosta circolari, immaginando l’installazione di panchine al centro, e possano creare un domani, dove disposti su un doppio filare, un camminamento ombroso che si ricongiunga con la pista ciclabile. Non basta piantumare, occorre contestualizzare le alberature in una dimensione sociale e non fare mai mancare la cura. L’area va tenuta pulita e questo mettere ordine, mette ordine anche dentro di me

mi fa piacere, stavo per chiederti quanto tutto questo fosse oneroso per Te

fisicamente talvolta sono sfiancato, ma è appagante perché è al tempo stesso rigenerante, mi mette in pace, una sorta di terapia, mi dedico ad un impegno in cui ricevo sempre di più di quel che faticosamente do.