Marco, da quanto hai conosciuto Retake?

la scintilla della partecipazione attiva è scoccata nel 2015.
Da tempo avvertivo la necessità di fare qualcosa di concreto per la mia città, mi era sempre più difficile sopportare emotivamente il declino che progressivamente la stava attanagliando.
Il primo approccio fu un intervento in solitaria in uno spazio verde in abbandono vicino casa, due domeniche dopo mi sono unito ad un intervento di volontari del Parco delle Sabine ed è stato in quell’occasione che ho visto per la prima volta le pettorine blu di Retake Roma.
E’ stato un attimo, avevo trovato persone che condividevano il mio stesso disagio, che erano pronte a mettersi in gioco e a rimboccarsi le maniche, rinunciando finalmente all’atteggiamento della lamentela fine a se stessa.
Il primo retaker che ho conosciuto è stato Carlo Palombo del gruppo Terzo Municipio.

Ti sei convinto a partecipare dal primo evento?

non aspettavo altro, quella domenica tornai a casa felice, vedevo i problemi di Roma da un’ottica diversa.
Capii il valore forte della Partecipazione, della possibilità di essere in qualche modo protagonista della vita del territorio.
Iniziai a guardarmi intorno, a cercare luoghi da trasformare, da abbellire, da rendere puliti, accoglienti, da sottrarre al degrado imperante.

con che ritmi lavoravi?

i primi due anni ho dedicato a Retake e alla sua mission tantissimo tempo, non tutte, ma molte domeniche mattina le ho trascorse con la pettorina indosso.
Si programmavano interventi anche di sabato e domenica dello stesso fine settimana, l’entusiasmo era tantissimo, il divertimento assicurato, conoscere bellissime persone si è rivelato il grande valore aggiunto.

difficile per te ricordare qualche evento specifico?

ho preso parte a moltissimi, eppure qualcuno risalta sui tanti per la sua eccezionalità. Ricordo per esempio che una volta per sanare un murale, quello della ragazza di Montesacro, che ci era stato vandalizzato coinvolgemmo un’artista e decidemmo di intervenire alle cinque di mattina in modo che i writers non potessero interferire. Un’ora così mattiniera dà la misura di quanto fossimo convinti. Per me Retake è stata la soddisfazione di un bisogno profondo. So che mi ha cambiato dentro facendomi vedere la mia Città da un’altra angolatura, non come una dimensione anonima, ma come l’estensione della mia casa. Lo confesso, io ero un fumatore che gettava i mozziconi per terra, naturalmente ho corretto il mio comportamento. Solo che..

c’è un ma?

sì, forse ho esagerato.
La cosa mi ha coinvolto molto, forse troppo, è capitato di sottrarre tempo alla famiglia, e questo non deve accadere.
Ho capito che dovevo trovare un equilibrio diverso, dovevo trovare il giusto tempo per Retake e per le altre cose.

Hai dato prova di un impegno eccezionale

ho fatto quello che sentivo, con i miei compagni di avventura nel Terzo Municipio abbiamo portato avanti progetti bellissimi ed appassionanti.
Abbiamo per esempio coinvolto i genitori di una scuola ed il CdQ per risanare insieme piazza Gallani ed il suo spazio verde.
Quasi due anni di lavoro, un impegno certamente enorme, ma il risultato ci ha ripagato di ogni fatica.
Lì arrivò anche la prima grande delusione, venne vandalizzata una parte dei muri che avevamo riqualificato in collaborazione con alcuni artisti.
Avvertii un senso di isolamento, le Istituzioni non avevano gli strumenti necessari per contrastare fenomeni di questo tipo.

un altro progetto che è stato appassionante seguire persino da lontano è stato il vostro presidio ai giardini di Via Val Padana

ci erano giunte numerose segnalazioni dello stato di assoluto degrado nei quali versavano quegli 800 mt di giardini e io avevo scarsa fiducia che avremmo potuto sanarli tutti, si trattava di un’impresa troppo sfidante: l’unica era sceglierne uno e concentrarsi esclusivamente su quello anche per far meglio risaltare la differenza tra un luogo curato e uno in cui regni l’incuria. La mia idea è che avremmo dovuto fare del “nostro” giardino un vero e proprio gioiello, così si sarebbe ancora più vista la differenza. Fu un Retake sorprendente ed emozionante perché iniziò in sordina e fu poi un’escalation di partecipazione. Simona Martinelli coinvolse da subito persone di sua conoscenza e noi garantimmo un presidio di interventi tutti i venerdì per due mesi. La gente si affacciava dai palazzi e alcuni si sono offerti di proseguire sugli altri giardini, alcuni commercianti ci hanno sostenuto economicamente, alla fine questo entusiasmo concreto ha fatto sì che siamo riusciti a sistemare tutti e cinque i giardini!

pieno successo

io penso che la nostra presenza su quei giardini per un anno li ha trasformati in un luogo di nuovo frequentabile da famiglie e bambini.
E’ venuto a mancare successivamente il mantenimento da parte di alcuni residenti che si erano dati disponibili e le istituzioni obiettivamente non riescono a garantire quella cura costante, necessaria in quello come in tanti altri spazi.

la riprova che Retake deve esserci

l’esperienza Retake è stata ed è una delle cose più belle accadute a Roma negli ultimi anni.
In un territorio vastissimo siamo stati coinvolti in una miriade di iniziative,
con liberi cittadini, associazioni, comitati di quartiere.
All’attività su strada si sono aggiunte riunioni, sopralluoghi, contatti, chat, incontri.
Avvertivo la responsabilità di rappresentare Retake, avvertivo e sentivo di non voler deludere le persone.

un’attività assimilabile ad un lavoro

direi proprio di sì.
Ad un certo punto non sono più riuscito a gestire tutto, non ne avevo il tempo necessario.
Ho deciso di lasciare il ruolo di Admin, volevo recuperare una dimensione più familiare nel momento in cui invece il successo di Retake richiede un’organizzazione diversa, più strutturata.
Sono subentrati degli sponsor e la necessità di una veste più professionalizzata.
In parte non mi sono riconosciuto in questo cambiamento, ho dovuto e voluto tornare ad una partecipazione meno impegnativa, ma non per questo meno convinta o meno entusiasta.

anni fa hai omaggiato l’allora Presidente di RR, Simone Vellucci, di un dono speciale

si, io ho una passione per la presepistica, e con le stesse tecniche ho realizzato un omaggio per Simone di uno scorcio urbano rappresentato
prima e dopo un intervento Retake.
I prima/dopo da sempre proposti tramite foto, per la prima volta erano un oggetto reale, un plastico.
Mi sono veramente divertito a realizzarlo e devo dire è stato molto apprezzato.

sarai sempre vicino ai retaker?

assolutamente sì. Ho meno tempo a disposizione, ma la voglia di contribuire alla vita del territorio è intatta, è intatto il convincimento che la strada sotto casa sia un’estensione delle nostre abitazioni, e come tali dobbiamo prendercene cura.
Roma ha già tanti problemi a livello istituzionale, ogni cittadino ha il diritto dovere di partecipare, ognuno con il proprio tempo, ognuno con la propria attitudine.
L’animo retake non mi lascerà mai e quando mi sarà possibile mi unirò molto volentieri ai vari gruppi di quartiere.