
Marco, da qualche anno (giugno 2019 n.d.r.) ti sei trasferito a Fano, ma qualcosa mi dice che il tuo cuore stia ancora a Roma.
“Roma è la mia città dove sono nato e cresciuto, conosco tutto di Roma, l’ho percorsa in lungo e in largo e sono innamorato delle sue tradizioni, della sua storia, mi piace il dialetto romano, quello vero, e sono anche un intenditore di canzoni romanesche, insomma sono impastato di romanità e mi sento romano ovunque io vada. Ho viaggiato molto e sono già stato lontano da Roma per lunghi periodi e porto con me la mia romanità con orgoglio”
quindi il tuo approdo a Retake si nutre di tutto questo
“beh sì, la bellezza di Roma e l’orgoglio di essere romano c’entrano eccome; era tempo che avrei voluto occuparmi dei problemi dei quartieri che conoscevo meglio e quando al TG3 ho visto un servizio su Retake ed ho capito che era organizzata per gruppi locali, ho subito cercato su internet e dal sito ufficiale ho trovato poi il gruppo facebook del mio quartiere (Ardeatino). Da lì ho visto che l’amministratrice era una faccia conosciuta: Valentina. La incontravo spesso al Parco Scott dove portavo mio figlio a giocare e così le ho chiesto informazioni su Retake. Quando mi ha spiegato che la risposta dei cittadini all’Ardeatino era stata pressoché nulla io le ho detto subito: “Da oggi in poi io ci sono! Non sei più da sola, siamo in due.”
cotto e mangiato.
“sì, ero entusiasta. Il mio primo Retake è stato al Parco Falcone Borsellino, Valentina mi ha invitato a raggiungerla da Manolo e mi sono divertito tantissimo. Poi mi sono organizzato nel coinvolgere alcuni condomini del mio palazzo e insieme a Valentina abbiamo organizzato un evento per ripulire un’aiuola sulla Cristoforo Colombo, ma anche in quella occasione l’adesione è stata molto scarsa e isolata. Ostiense è stato il mio quartiere per trent’anni, molti dei miei amici abitavano a Garbatella ed ho giocato a calcio al San Paolo Ostiense, per questo ho sentito che quei luoghi continuavano a chiamarmi e ho quindi partecipato a diversi Retake organizzati lì, sono presto diventato un retaker trasversale dell’Ottavo municipio. Poi ho conosciuto alcune persone “trainanti” come te, Bruna, Sabrina, Manolo, Micky e Nino ed ho cominciato a capire che con Retake avrei potuto mettere in campo la mia passione per il fai da te. Io amo fare un po’ di tutto, sono un po’ fissato con il riciclo e il riuso dei materiali e mi piace molto lavorare il legno e aggiustare le cose e quindi considerando queste mie passioni mi è venuto naturale farmi coinvolgere nelle attività di recupero e restauro delle panchine e delle fontanelle”
delle panchine ci siamo a lungo occupati, proprio Valentina ha seguito per Retake la procedura dettata dal Servizio Giardini.
“quello è stato un periodo di formazione per noi e io ho deciso di esserne parte attiva. Con Valentina abbiamo mappato lo stato delle panchine dell’Ardeatino e abbiamo scoperto che non tutte erano di competenza del Dipartimento Tutela Ambientale, ma per fortuna quelle di Parco Scott lo erano e quindi ci siamo attivati perché la situazione era disastrosa. Siamo andati alla sede del Servizio Giardini ad imparare quali attrezzi servissero per smontarle e rimontarle. I funzionari del Dipartimento ci hanno supportato e i giardinieri di Roma Capitale ci hanno affiancato anche sul campo: sono venuti a Parco Scott e ci hanno mostrato alcuni “segreti” su come fare le cose per bene e così abbiamo messo a posto con loro le prime panchine. Insomma, abbiamo sviluppato una competenza. Quando mi sono impratichito poi, come sempre, ci ho messo un po’ di inventiva per velocizzare tutto il lavoro di taglio a misura delle stecche, che ci venivano distribuite più lunghe del dovuto; per cui mi sono costruito una dima da falegname, ovvero un attrezzo di legno che facesse da guida dove infilavo una alla volta le stecche in battuta e le tagliavo facilmente sempre alla stessa misura desiderata con il seghetto alternativo”
ricordo il figurone che ci hai fatto fare quando avviammo la nostra collaborazione con il Comitato Piazza Don Minzoni al Parco delle Crocerossine a Parioli: hai animato un laboratorio di falegnameria a cielo aperto!
“sì erano tutti molto felici di vedere un falegname in azione. La stessa cosa mi è capitata a Garbatella quando sono state recuperate alcune panchine del Parco Caduti del Mare: di fatto erano davvero pochi i cittadini attivi che sapevano muoversi con professionalità, io l’avevo imparato e quindi mi sono prestato di buon grado a dare una mano laddove servisse montare panchine. Una volta siamo stati contattati dall’Assessore all’Ambiente dell’Ottavo Municipio che si è fatto promotore di un evento presso il Centro Anziani al Mercato della Montagnola, dove noi di Retake abbiamo insegnato agli altri comitati di quartiere dell’Ottavo tutti i passaggi necessari per poter restaurare e recuperare le panchine: Valentina spiegò ai presenti le procedure amministrative per ordinare le stecche e poi con Vale e Manolo abbiamo fatto vedere nella pratica tutte le operazioni di smontaggio, taglio, sostituzione della bullonatura, rimontaggio e verniciatura; siamo stati una squadra ben coordinata e competente ed ero molto orgoglioso di aver potuto aiutare e stimolare altre persone ad attivarsi su quell’aspetto. Con lo stesso spirito mi sono reso disponibile per molti altri eventi come, ad esempio, quello di “Bella Roma” a Colle Oppio. Penso che quando qualcuno è capace in qualcosa debba sempre mettere a disposizione degli altri le sue competenze”

possiamo dire che la tua vera fissa siano stati in realtà i nasoni?!
“come sempre tutto è partito da Parco Scott, dove quasi tutti i nasoni erano privi di coperchio. Poi un giorno nella fontanella di Largo Galavaligi, uno degli ingressi di Parco Scott, Valentina aveva trovato al suo interno una montagna di rifiuti, compresi sacchettini pieni di deiezioni canine. Era uno schifo assoluto che la rendeva oltretutto altamente antigienica! Ha fatto tutto Valentina, ha fatto la segnalazione ad ACEA e ha presidiato il posto durante tutto l’intervento della squadra di manutenzione, una scena disgustosa, per noi quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Bisognava fare qualcosa. Su Internet avevamo trovato che qualcuno altrove aveva incollato sul nasone un coperchio di una pentola, era una soluzione funzionale, ma era una cosa davvero brutta a vedersi. Volevo fare qualcosa di ben realizzato e quindi ho pensato che forse si potesse ricreare un coperchio utilizzando un calco in gesso. Mi sono studiato la cosa e dopo aver visto vari video su Youtube, da cui ho preso validi suggerimenti su come realizzare tutti i passaggi, mi sono messo all’opera. Ho chiesto a Nino di procurarmi un coperchio di un nasone, per utilizzarlo come modello e Nino è riuscito a farmelo avere. Ci sono voluti vari tentativi, ma poi alla fine ho affinato la procedura ed ho realizzato il mio primo calco in gesso. Dopodiché ho acquistato la resina a mie spese e insieme a Nino e a Valentina l’abbiamo quindi colata nel calco. Quella fu la primissima prova ed il quantitativo di resina che avevo preparato non bastava a riempire tutto il vuoto che c’era nel calco e quindi all’apertura vennero fuori solo 3 quarti di un coperchio di resina. Però l’aspetto di quel coperchio era bellissimo, le decorazioni erano identiche a quelle del modello in ghisa. Poi ho aggiustato il tiro e alla fine è stato davvero emozionante perché il coperchio poteva essere pienamente riprodotto ed il risultato era perfetto. Organizzammo un evento a Parco Scott e mettemmo il primo coperchio in resina alla fontanella del parco giochi. Una volta verniciato nessuno si accorgeva che il coperchio era finto. E così cominciai a fare coperchi, ma l’inconveniente era che il calco in gesso, una volta sformato, ovvero una volta aperto, si rompeva sempre in qualche punto e quindi non poteva essere riutilizzato. Per fare un coperchio bisognava sempre ricominciare da capo e realizzare un nuovo calco e la procedura era ogni volta abbastanza lunga e laboriosa”
in quel periodo, Valentina, Nino e Micky facevano girare in una ristretta cerchia di retaker le tue pazientissime prove, era emozionante seguirti: poi ad un certo punto si è palesato un artigiano.
“studiando bene il caso, ho preso in considerazione l’idea di realizzare un calco in gomma siliconica, che essendo sformabile poteva essere riutilizzato più volte senza pericolo di venir danneggiato. Solo che a differenza del gesso, la gomma siliconica è decisamente più costosa! Quindi ho deciso che fosse opportuno rivolgersi ad un professionista per non disperdere soldi ed energie, ma dovevo prima individuarlo. Scrissi un post sul gruppo Facebook “Admin” al quale rispose Manuela Paprika, proponendomi un suo amico restauratore che avrebbe potuto fare al caso mio”
in quella fase ti ricordo in un video con Micky.
“andammo insieme nel laboratorio di EM: ci illustrò tutto il processo e ci quantificò la spesa, il tutto ci sarebbe costato 250 euro”
fui proprio io ad indicarti che era stato appena lanciato un bando al nostro interno volto a finanziare alcuni progetti e ti suggerii di farti avanti, quella iniziativa si era attivata proprio in quei giorni.
“non me lo sono fatto dire due volte, ho scritto e proposto il mio progetto e ho avuto la soddisfazione di avere la copertura delle spese da parte del Direttivo. Così EM ci ha realizzato il calco in gomma siliconica ed io ho costruito una cassetta di legno, ovviamente riciclato, per poter riporre e trasportare il prezioso calco, che naturalmente è di colore azzurro, come Retake”
ed è poi arrivata un’occasione di ulteriore presentazione del progetto, davvero speciale.
“Valentina, che mi aveva seguito passo passo, ne parlò in due occasioni con la Raggi e fu così che lei decise di presentarci a D, l’allora Amministratore Delegato di ACEA. Siamo stati invitati al Campidoglio, una grande emozione per me, non avevo mai vissuto una situazione del genere, all’inizio mi sentivo davvero teso. Poi per fortuna tutto si è messo al posto giusto: la Raggi tardava a raggiungerci per sopravvenuti altri impegni e così io e D abbiamo scoperto di avere molte cose in comune, parlammo informalmente delle nostre esperienze da terremotati e questa circostanza ci ha avvicinati”
c’ero anche io quel giorno e posso bene dire che anche in quella occasione ci hai fatto fare un figurone!
“beh, in effetti sono partito come un treno, il progetto è piaciuto molto, D aveva anche ipotizzato di far partecipare alcuni dipendenti con disabilità di ACEA perché potessero essere loro a riprodurre i coperchi dei nasoni a basso costo, avevamo abbozzato un’idea di collaborazione che poi si è persa nei tanti rivoli che Retake produce e che talvolta non riesce a seguire fino in fondo”

la tua relazione del progetto è tra i file in Admin, chissà che non si rintracci tempo e determinazione per riprenderlo in mano, il tuo lascito è prezioso. Ma tu sei molto rimasto legato a Retake, è così?
“se un giorno qualcuno riprenderà in mano tutto, io sarò pronto e Retake potrà fare un ennesimo miracolo per Roma. Io non smetterò mai di essere un retaker, voglio che questo concetto venga scritto: Retake è una palestra sociale, ti entra dentro, ti smussa, ti cambia. Retake è una grandissima famiglia, trovi persone di tutti i tipi e allora anche tu di riflesso non puoi comportarti sempre allo stesso modo al cento per cento, impari a adattarti e lo fai perché c’è un obiettivo comune da realizzare. E quando riesci ad andare d’accordo con chi è diverso da te, poi riesci ad imparare molte cose nuove e scopri ben presto che la diversità è una ricchezza. Nonostante il mio carattere malleabile, ho comunque imparato cose che senza Retake non sarei mai stato in grado di fare da solo: ad esempio ho imparato come gestire quelle situazioni in cui devi confrontarti con un cittadino maleducato (moral dissuasion); ho seguito l’esempio di Valentina che è più combattiva di me, in effetti noi due ci siamo compensati l’uno con l’altro e alla fine tutti e due abbiamo imparato qualcosa. Adesso riesco a gestire meglio queste situazioni, senza scadere nel banale scontro”
quello che dici di Retake è molto suggestivo, sottolinea quanto sia formativa questa esperienza.
“Retake ha solleticato la mia componente creativa, anche se sono un botanico a me non basta solo decespugliare, rasare dritta una siepe, potare un cespuglio o piantare un alberello, io sono orientato all’atto creativo, non mi basta saper utilizzare un attrezzo, io l’attrezzo me lo voglio creare da me e quando uso un qualcosa che ho realizzato ex-novo mi esprimo e tutto quello che poi viene fatto è un’altra cosa. Sono molto orgoglioso di appartenere a Retake e anche qui a Fano non perdo occasione per parlare di quello che succede a Roma. Anche qui mi sono attivato con un gruppo di volontari che si chiama “PuliAmo Fano” con il quale facciamo eventi di pulizia degli spazi pubblici, tipo spiagge, parchi, parcheggi, etc. Un giorno è successa una cosa davvero insolita e buffa: alla fine di un evento di pulizia qui a Fano scopro con piacere che una delle partecipanti che si era unita al gruppo in realtà viveva a Roma, quindi mi sono avvicinato a lei con l’intento di metterla a conoscenza di Retake Roma, con l’orgoglio di chi vuole presentarti un mondo nuovo, il caso ha voluto che però lei era Francesca Elisa Leonelli, la nostra attuale Presidente! Quando le ho suggerito di far parte di Retake, mi ha fatto gentilmente notare che lei ne faceva già parte e che ne era una socia da tempo; è stata una coincidenza incredibile ed emozionante! Non ci eravamo conosciuti prima, ma lei aveva sentito parlare di me come “quello dei coperchi dei nasoni”. Il mio orgoglio di essere un retaker si basa sulla consapevolezza che abbiamo concorso a creare gruppi di Cittadinanza attiva competente e che ormai conosce bene alcune procedure della macchina amministrativa, che sa fare la sua parte con cognizione e senso dell’opportunità. Noi stiamo determinando una coscienza collettiva che non potrà che portare ad un maggiore rispetto dei Beni comuni. E lo facciamo sempre con passione. Una delle frasi celebri in cui più mi riconosco quando penso a Retake è: “Un vuoto è ancora più vuoto se aspetti che sia qualcun altro a colmarlo”. una bellissima ed estrema sintesi dello spirito Retake”

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