Giorgio, hai conosciuto Retake da non molti anni, eppure l’immagine che dai di Te è molto laboriosa

sono una persona per la quale la manualità è una espressione familiare: considera che sia mio padre che mio nonno mi hanno educato sin da piccolo a ridurre gli sprechi e ad industriarsi per ridare nuova vita agli oggetti. Era molto viva in loro la passione per il recupero, la riparazione e il riuso e me l’hanno trasmessa naturalmente e questo in tempi non modaioli.  Mi hanno anche formato sulla necessità della manutenzione quale misura preventiva per scongiurare la prospettiva che un oggetto o un manufatto diventi inutilizzabile.  Dopo aver lavorato per 41 anni in un ufficio – ne sono fuori da un po’ –   sento dentro di me il bisogno di dare il mio contributo per cercare di risolvere quello che è inefficiente nel mio territorio e che necessita maggiormente di cura

le migliori premesse per incontrare Retake: come è avvenuto?

di Retake io ho sentito parlare dal 2010, ma non avevo ben compreso come funzionasse, inoltre a quella data stavo ancora lavorando quindi non riuscivo a capire come poter conciliare lavoro e volontariato: assolvevo al mio ruolo di cittadino attivo con piccoli interventi di manutenzione, io sono uno che gira sempre con la pinza e il cacciavite appresso. Ho fatto per anni il problem solver per lavoro e certi interventi mi attirano naturalmente. Mi interesso di tutto quello che orbita intorno alla presa in cura dei Beni comuni. Per esempio proprio in questi giorni sono interessato alle ricadute ecologiche del nuovo Regolamento dei rifiuti, grazie al quale molte associazioni potranno prendere in consegna alcuni oggetti conferiti presso le isole ecologiche e riconvertirli. Questo è un tema cruciale: dobbiamo tutti concorrere per evitare che gli oggetti diventino rifiuti, questo trend non è più sostenibile. Sento molto questa criticità, per esempio mi adopero per rigenerare e riportare alla piena funzionalità piccoli elettrodomestici, mobilio, oggettistica e vecchi attrezzi. Come cittadino seguo spesso anche le riunioni municipali, voglio comprendere la linea istituzionale, portando l’esperienza diretta del territorio, e mi sono reso conto che si può arrivare ad avere un ottimo scambio di idee. Noi cittadini attivi a mio parere abbiamo la necessità, per non dire l’obbligo, di comprendere le ragioni del modus operandi istituzionale. Tante volte ci lamentiamo senza conoscere le pertinenze territoriali e arriviamo ad attribuire responsabilità ai soggetti sbagliati

hai una propensione e una sensibilità molto Retake, l’incontro con l’associazione può dirsi fatale!

in effetti quando nel 2019 vidi per caso dei volontari in pettorina a Piazza Irnerio mi resi conto che erano più vicini a me di quanto avessi mai immaginato. E cominciai ad approfondire

non sei quindi arrivato su un’onda emozionale, hai voluto comprendere

io funziono così, ho un approccio misurato e vado molto in profondità, diversamente non mi adopero, voglio conoscere con chi mi interfaccio, in che modo si opera, per quali obiettivi, voglio soprattutto capire che cosa posso dare io. Questa esigenza risponde anche alla necessità di andare sul sicuro, chiama con sé il desiderio di unirsi a persone che apprezzino quello che faccio e che condividano i miei stessi ideali, persone non polemiche, ma fattive. Cominciai con il cercare la sede di Retake di zona e scoprii che era virtuale, quindi iniziai a seguire le attività dei vari gruppi tramite FB. Poi Gianni Romano e Silvia Vitale si resero disponibili a rispondere alle mie domande e ci incontrammo, con altri, a casa di Silvia

hai subito compreso di essere approdato tra simili?

la prima impressione che ho avuto è quella di provare una vera tranquillità emotiva, nutrita dalla constatazione di stare con persone con i miei stessi ideali, persone sensibili con le quali si può dialogare.  Per questa ragione a distanza di qualche tempo ho accettato di diventare Admin del gruppo Aurelio Boccea e supportare il grande Gianni Rinaldi a coordinare e dare nuovo ossigeno alle attività del gruppo. Successivamente è iniziata una bella partecipazione agli eventi del gruppo di Val Cannuta, gestito dalla efficientissima  Barbara Barile

sei stato anche di grande aiuto al rilancio del gruppo San Pietro

ho dato una mano con piacere alla giovane e promettente Silvia Grassi che per fortuna si è portata con sé un bel gruppo di giovani amici. E’ stata un’occasione interessante per me per constatare come questi ragazzi, anche se pieni di entusiasmo, abbiano bisogno di esercitare la propria manualità,  componente questa che manca nella  formazione scolastica e non consente il necessario sviluppo di molti mestieri artigianali. E questo lo trovo un grandissimo errore che stiamo facendo come sistema Paese

tu hai uno stile di conduzione del gruppo molto particolare, lo avvii coordinandolo e poi ti dedichi concentrato alla tua attività

io preliminarmente studio il territorio, focalizzo cosa si possa fare e in quali termini, mi documento per conoscere regole e metodologie, quindi mi piace integrare la mia attività con quella degli altri. Mi scelgo per lo più compiti che altri, con una attitudine da bricoleur meno sviluppata della mia, non potrebbero fare. Cerco di non sovrappormi e di far sì che ognuno faccia quello che desidera e che è alla sua portata. Quello che mi ha colpito è che partecipare ad un evento Retake non porta nessuno a vincere, ma crea una naturale complicità e magnifica condivisione d’intenti. Si agisce con grande senso di pragmaticità e senza perdere tempo. Bisogna essere concreti e dare l’esempio. Far parte della squadra vuole dire avvalersi della sua organizzazione e usufruire di un’ottima copertura assicurativa: è questo che mi ha convinto ad unirmi e a non far più il volontario solitario. Retake mi ha dato fiducia e io metto a fattore comune la mia concretezza.

in che cosa si contraddistingue un retaker?

noi sappiamo che ogni bene pubblico è anche nostro.  Quello che vorrei trasmettere è proprio il modo di essere: ognuno di noi è un cittadino di Roma, ma deve ricordarsi che Roma ci è stata affidata in prestito e ognuno deve  fare la sua parte per mantenere la sua storica bellezza, quindi è giusto che l’interesse verso la Città sia un obiettivo perseguito da tutti. Questo è un convincimento che porto sempre con me

sei retaker tutti i giorni?

io ho scelto di dedicare un tempo limitato a Retake, non voglio che arrivi a condizionare la mia vita. Tuttavia ho fatto mia la politica dei piccoli gesti: una segnaletica sbilenca può essere sempre raddrizzata, se faccio una passeggiata mi viene in mente quel che facevo da ragazzo sulle dune e sulle spiagge marine e troverò certamente qualche rifiuto da recuperare e oggetti da ricondizionare. Fondamentalmente cerco occasioni in cui si possa provare a rallentare la nostra folle corsa consumistica a danno delle risorse naturali e dell’ambiente. Cerco poi di tenermi alla larga dall’eccesso di lamentele: per me l’antidoto è la partecipazione. Purtroppo, però, in giro colgo sempre meno  voglia di partecipare e sempre di più quella di criticare ogni cosa, anche con atteggiamenti superficiali e qualunquisti.

hai occasione per divulgare la posizione di Retake?

io mi dedico molto a questo, penso vada allargata l’informazione, troppi cittadini hanno ancora una immagine distorta del Decoro e della Bellezza, non li colgono proprio. Eppure tante volte sono facilmente raggiungibili e alla portata di tutti, basterebbero poche ore di impegno comune. Quando penso a Roma la concepisco come l’estensione della mia casa, la amo come tutti dovrebbero amarla. Io non disperdo le mie energie ad avversare questa o quella Amministrazione comunale, ma mi adopero per rendere bello e vivibile il mio quartiere

una perfetta sintesi dell’anima Retake

osservare, intervenire, coinvolgere, aggregare e avere tanto rispetto per  il  territorio che ci ospita