
Fabrizio, da Bari ci arriva, incessante, la tua meravigliosa energia, come ti sei imbattuto in Retake?
“come sempre accade con la magia di Retake, tutto è accaduto per pura casualità. Cinque anni fa pubblicai un post su FB, in cui mi mostravo sorridente accanto a due enormi buste di immondizia raccolte sulla spiaggia. Fui contattato il giorno dopo da Elisabetta Carmimeo, presidente del gruppo di Retake Modugno che mi disse che stava cercando persone volenterose, entusiaste, sognatrici ed ottimiste..”
ti aveva ben inquadrato!
“in qualche misura sì, tanto è vero che chiesi subito se esisteva un gruppo Retake Bari e venni a sapere che un gruppetto di giovani studenti universitari aveva portato a Bari da qualche mese la rivoluzione gentile di Retake. Trattandosi di studenti universitari molto impegnati con lo studio, le azioni di Retake erano state sporadiche e in ambito universitario la partecipazione non era intensa, a questo si aggiunsero minacce ricevute dai writer e altre difficoltà che avevano subito spento gli entusiasmi. In qualche settimana, dopo un tentativo di rianimarli, mi resi conto che il gruppo andava rifondato da zero”
in che modo hai preso le redini di quel gruppo demotivato?
“ho organizzato un grande Clean up attingendo a tutta la mia rete di conoscenze e coinvolgendo a tamburo battente parenti, amici, colleghi, amici del calcetto, era un’iniziativa ancora nuova a quel tempo, parliamo di aprile 2017: alla fine aderirono un centinaio di persone e a conclusione dell’evento rimanemmo insieme a goderci lo spettacolo di un musicomico barese: Antonello Vannucci.”
hai subito proposto uno spunto divertente, come spesso negli eventi da Te organizzati
“io trovo che i Retake non debbano essere vissuti come lavori forzati, bisogna anche ridere ed offrire momenti culturali, in questo mi sono ispirato al modello romano, sono rimasto colpito dal filone di Retake Cultura e ho voluto proporlo anche da noi. Ad esempio, quando abbiamo ripulito gli esterni di un’Abbazia, abbiamo coinvolto un archeologo che ce ne raccontasse la storia. Così sono andati avanti tutti gli eventi retake tra risate, momenti di formazione, didattici e quando si mette male il cabaret lo faccio io”
dopo il vostro esplosivo debutto l’adesione ai vostri eventi successivi è stata immediata?
“direi proprio di sì, anche quella può definirsi esplosiva e questo ci ha dato un forte impulso ad alzare l’asticella degli interventi. Il primo anno, subito dopo il grande clean up, ci siamo focalizzati sulle Olimpiadi della civiltà e poi sulla sfida più grande: il muro della Scuola Mazzini Modugno dove studiavano i miei figli.
Si trattava di un muro di quasi 50 metri completamente vandalizzato e volevamo riqualificarlo in maniera artistica. A me non è sembrato opportuno rivolgermi a street artist di acclarata fama, ho chiesto piuttosto collaborazione a Giuseppe d’Asta, un madonnaro conosciuto per caso per strada che si è prestato al nostro obiettivo e che da lì non ci ha più abbandonati.
Quel muro racconta anche ed innanzitutto la faticosa interlocuzione con le Istituzioni”

a chi vi siete rivolti?
“direi un po’ a tutti, adesso mi è più chiaro l’iter che va seguito, ho buttato giù una sorta di Protocollo che parte dal Patrimonio, per stabilire la pertinenza di un Bene e poi coinvolge, nel caso di una Scuola, il Preside dal quale non si può assolutamente prescindere, quindi i Lavori Pubblici per garantire la Sicurezza e anche la Sovrintendenza nel caso in cui il Bene sia vincolato, poi c’è l’Assessorato all’Istruzione che va messo al corrente e quello della Cultura che si esprime in materia di Street Art.
Di fatto quella prima esperienza mi ha fatto toccare con mano come la Pubblica Amministrazione fosse spiazzata di fronte ad una iniziativa di quel tipo, noi come Cittadinanza attiva e loro come pubblici amministratori eravamo all’anno zero, era una storia sinergica tutta ancora da scrivere. L’estrema difficoltà era anche causata dal fatto che RetakeBari non era e non è ancora associazione dunque interloquire con le istituzioni era difficilissimo, ma io sono sempre stato convinto che per avere una grande associazione servono tanti volontari, non una ragione sociale. In quella occasione ho potuto constatare come l’Amministrazione su certi temi vada ancora a sentimento, in questo senso il nostro pungolo è fondamentale. Pensa che recentemente, in occasione della realizzazione del murale celebrativo dei 500 anni di Magellano, qualche consigliere di Municipio si è risentito per non essere stato coinvolto e anche se i Municipi non hanno particolari poteri di veto su tali iniziative ci arrivò una PEC dove si dichiaravano del tutto contrari all’iniziativa. Da quel momento coinvolgo anche i municipi.”
e invece, a dispetto di criticità di ogni ordine e grado, il vostro primo murale fu egregiamente realizzato..
“il murale della Sirena ebbe una prima fase realizzata con i soli gessetti poiché non avevamo ancora ottenuto i permessi ufficiali, quindi fu finalizzato nell’aprile del 2018. Da quel momento in poi decidemmo di procedere come treni e siamo riusciti a realizzare altri quattro grandi murales. Crescevamo come crescevano i like della nostra pagina, dai 300 degli inizi agli 11.000 attuali”
i vostri non sono murales prettamente decorativi
“vogliono essere molto più di questo, vogliono veicolare storie, senso di appartenenza al territorio, valenze culturali, vogliono creare Comunità. La Sirena parlava di integrazione, di fatto trasporta una barca carica di emigranti e li traghetta verso il porto sicuro di Bari.
Con Angela Mattarese, un’artista che riproduce quadri di artisti famosi, mi sono accordato per realizzare un omaggio ad Ennio Morricone, io amo coinvolgere artisti che non usino bombolette spray e lei faceva proprio al caso nostro, anche per questo murale abbiamo cooperato con volontari provenienti da ogni parte della città e con i ragazzi del circuito penale.
Sempre con Angela abbiamo realizzato anche il murale della Strada della Gentilezza, infine non posso dimenticare il murale della Cliclatera in ricordo di un treno a vapore che percorreva un quartiere di Bari dai primi del 900 fino agli anni ‘50 (opera di Giuseppe D’Asta)”
con che criteri scegli gli spunti tematici dei murales?
“per appartenenza al territorio, perchè veicolino valori morali o anche del tutto casualmente, come quello voluto in occasione dei Cinquecento anni dalla morte di Magellano, l’idea mi balenò dalla lettura di un libro meraviglioso sulla sua storia basato sulle cronache del vicentino Antonio Pigafetta e mi persuasi che non potevamo perdere questa occasione commemorativa. In tale occasione ho contattato la fondazione Pigafetta, ho contattato i veneziani autori del libro Piovan e Giliberto, abbiamo realizzato uno storytelling sul viaggio di Magellano con altri volontari di Retake ed infine disegnato su un muro il mappamondo con il tragitto delle navi insieme ai ragazzi del circuito penale. Insomma, se prima tutti dicevano “Ou ma ci è stu Magellan???”, adesso in tanti ne conoscono le incredibili avventure”
dove lo avete realizzato?
“abbiamo scelto un mercato coperto della Città che pensiamo di trasformare in un Museo di Street Art. Questa circostanza mi fa venire in mente che un murale non può essere calato dall’alto, deve partire dalle persone e sul versante artistico penso che la nostra carta vincente sia avvalersi di illustratori piuttosto che di affermati street artist. La costruzione e la realizzazione del murale parte dalla scuola e dalla comunità che ci aiutano nella prima fase alla preparazione delle pareti del muro. Come sai va pulito, va messo l’aggrappante, vanno tappati i buci, va lisciato ed infine imbiancato. Quando l’artista è pronto in molte fasi fa partecipare bambini e volontari. In questo modo il murale diventa di tutti, non è frutto solo del vezzo artistico di un singolo individuo”

con chi collaborate come associazione Retake?
“siamo aperti a chiunque sottoscriva la causa e cerchiamo di essere quanto più possibile inclusivi. Fin dal principio non potendo ricevere soldi e aiuti dalle Istituzioni ci siamo rivolti ad altre associazioni. Senza il supporto de Lezzanzare (retakers che combattono per un mondo più civile e senza barriere architettoniche), Ortocircuito (maestri di orti urbani e di vita), Save the Children, Ciao Vinny23 (associazione impegnata nell’educazione stradale), Centro educativo ANSPI di Bari vecchia, non avremmo potuto realizzare nessuna delle nostre azioni. In termini di collaborazione trovo che Retake induca a creare reti di associazioni senza limiti di sorta, quello che unisce è l’obiettivo finale. Noi lo abbiamo ben compreso fin da subito dopo il nostro Pic nic senza plastica, ci si sono aperti i contatti con il mondo associativo ai temi ecologici ed ambientali e così sono nati i progetti dei boschi e degli orti urbani, sempre in quell’ambito è nato il progetto condiviso Parco Gargasole. Quello che io trovo vincente è armonizzare i tanti filoni, le varie anime della città. E importante sapere differenziare le attività perchè non spegne gli entusiasmi”
tanta strada è stata fatta dopo il vostro primo Clean up degli esordi!
“sì è vero tanta ed io credo che si cresca andando oltre i semplici Clean up, bisogna ascoltare e contattare altre esperienze, io per esempio ho studiato ed imparato molto sulle piante. Si può dare vita anche ad una rete informale, noi lo abbiamo fatto creando un osservatorio sui rifiuti a Bari, collaboriamo strettamente con la municipalizzata ai rifiuti.”
che modello organizzativo avete? siete presenti in gruppi di quartiere?
“non esattamente, noi abbiamo piuttosto degli avamposti distribuiti sul territorio animati da associazioni a noi affini ed amiche come “Vogliamo Santo Spirito pulita” un fiero gruppo di volontari costituitosi anni fa che agiscono proprio come noi retaker. A Bari, ci tengo a dirlo, senza il generoso apporto di Dino Rizzi, Claudio Martino, Gaetano Portoghese, Sarah Regina, Viviana Guarini, Mariangela Petroli, Ilaria Sparacimino, Giuseppe e Marianna Verticilo, Antonello Terioli, Claudia Mancini e Germana Genchi, Paolo Piemonte, Kristina Kapturkiewicz, Elena Schiavi, Veronica Angiulli, Gianna Alto, Giuseppe Galizia, Katia Mincuzzi, Gianni Quadrelli, Daniela e Francesco Rutigliano, Manuela Mori, Antonella Ottolino, Raffaele Diomede e tanti altri volontari baresi insieme agli incredibili retaker romani io non avrei potuto fare nulla”
il vostro impegno si è spesso rivolto anche alle spiagge
“andare a pulire le spiagge è diventata quasi un’attività modaiola, ci provano in tanti e spesso mollano la presa dopo i primi clean up. Il nostro invece è un impegno che comporta dedizione e tenacia e su questo seguiamo l’esempio degli amici di Greenpeace. Quello del mare è un vero dramma, il lavoro da fare è immane. Grazie ad un’azienda metalmeccanica che ha realizzato una struttura in ferro che raffigura la sagoma di un polpo dietro la quale si trova un cestone per i rifiuti, abbiamo dato vita ad un osservatorio sulle plastiche marine, vogliamo dare valore aggiunto alla sola pulizia delle spiagge, la tragica urgenza della questione richiama un impegno più alto”
in che relazione siete con le altre sezioni Retake in Puglia?
“siamo in un buon contatto, abbiamo dato impulso a Mola, il suo Presidente è un mio amico, stiamo sostenendo Barletta, come abbiamo fatto anni fa con Taranto, speriamo che Foggia spicchi il volo”
ci sono sponsor che vi sostengono?
“anche noi abbiamo ospitato le campagne Cambia gesto per la deterrenza al gettito assurdo dei mozziconi per terra e quella Cifabella per la rimozione di scritte vandaliche; Cippower e Vitalvernici ci hanno sostenuto tante volte e Bosch partecipò alla realizzazione del murale della Sirena con l’adesione di propri dipendenti, fu un team building efficace, per loro che si divertirono molto e anche per noi che ci siamo avvalsi delle loro braccia”
Fabrizio, nel corso di questa nostra chiacchierata ti ho sentito più volte ripetere la parola “magia”, correlata a Retake: secondo Te in che cosa consiste la magia di questa proposta civica?
“la magia sta nel fatto che ci si vede tantissime volte con persone che col tempo diventano amici, ci si rivolge a malapena la parola durante gli eventi, spesso ci si ritrova sporchi di terra, pittura, tra mille rifiuti, ma basta incrociare uno sguardo, scambiare un sorriso e lì scocca la magia. Fare del bene per la propria comunità è una terapia contro ogni genere di malumore”

Retake
A grass-roots citizen movement – non-profit and apolitical –promoting beauty, long term viability and urban regeneration by encouraging the diffusion of civic pride and the notion that each and every resident can take personal responsibility in contributing to the civic and economic growth of all of Italy.
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