Fabiana, hai incontrato Retake non da molto tempo e sin da subito mi è parso stesse perfettamente nelle tue corde..

“devo la mia scoperta di Retake a Paola Carra, circa un anno e mezzo fa: ci siamo conosciute in un fine settimana in barca a Sorrento, Paola è la sorella di un amico di vecchia data di mio marito, lui ci aveva già parlato della sua passione civica, ma devo dire che non potevo trovare in lei persona più contagiosa, nell’ascoltarla sono rimasta entusiasta!”

Paola è davvero un vulcano e sempre felice di contagiare alla causa di Retake! il tuo terreno era certamente già fertile, perchè?

“la filosofia di Retake è anche la mia perché ho sempre pensato che non ci sia niente di più logico della responsabilità civica come cittadini attivi, in fondo porsi in quest’ottica e in questa concretezza è espressione del rispetto per se stessi”

le tue origini sono napoletane?

“sono una posillipina DOC e fortunata per questo, Posillipo è una zona della mia città molto bella, affaccia sul mare e ha anche il Verde che in molte zone di Napoli è un’utopia. Ma dai miei 24 anni ho deciso di lasciare Napoli per vivere a Roma, la mia città mi stava stretta, scontavo il suo provincialismo. Ho trascorso ben 12 anni a Roma e l’ho adorata, lì ho iniziato a crescere i nostri figli, tra Villa Pamphili e Villa Borghese, Roma è molto ricca di bellissimi spazi verdi, si può andare in molte zone in bicicletta, lì ho fatto tante scoperte, ho aperto la mia mente ed iniziato a collaborare con diverse realtà associative ambientaliste ed animaliste, come WWF e Green Peace, amo moltissimo la natura e sono una grande amante degli animali. Nel tempo ho deciso di seguire dei corsi per diventare educatrice ambientale, provo sempre un grande fastidio nel constatare, e troppo spesso, che molte persone non hanno rispetto per l’ambiente, mi sono convinta che la strada per un riscatto sia nella formazione delle giovani generazioni, per questo sento a me molto vicino Retake Scuole”

terminati gli anni romani, siete ritornati a Napoli?

“no, la nostra vita ha preso tutta un’altra direzione, per ragioni legate al lavoro di Jacopo, mio marito: siamo andati a vivere a Bruxelles, i nostri figli erano ancora piccoli, non avevamo problemi di inserimento scolastico. Io mi sono trovata a mio agio perché ero padrona della lingua francese, essendo laureata in Lingue e Letterature straniere, anche se negli anni degli studi avrei voluto seguire tutt’altro, il mio interesse più profondo era legato al campo della biologia marina, la conservazione della natura, la biodiversità, ma all’epoca non c’era ancora modo di occuparsi di questo in maniera specifica: oggi, dopo un triennio in Business Management, mia figlia si occuperà di questo ambito e in questa forma sublima un mio desiderio”

come sono stati gli anni di Bruxelles?

“intensi e soddisfacenti, ben 15 e poi anche quella fase della vita è finita. Mio marito, che aveva ripreso i contatti con un suo ex collega di scuola, ha preso in considerazione di erogare dei corsi di formazione in Ruanda, aveva seguito un progetto formativo promosso dall’Università della Pace di Roma (quante Università di questo tipo ci vorrebbero..) e ci siamo entrambi determinati ad andare sul posto per sondare il terreno e verificare se fosse possibile realizzare qualcosa di concreto. Siamo partiti a novembre 2019 con l’intenzione di trascorrere le vacanze di Natale, tutta la famiglia al completo, e quindi rimanere solo mio marito, il figlio più piccolo ed io”

e di lì a pochi mesi il cataclisma!

“il nostro inserimento in Ruanda è stato agevole, nostro figlio avrebbe frequentato una scuola Internazionale a Kigali, insieme agli studenti locali, era quello che più volevamo, un’esperienza che consentisse l’incrocio delle razze, per me i bambini sono dell’Universo.. avevamo trovato una casa e la stavamo ristrutturando per andarci ad abitare per quattro anni, queste erano le nostre intenzioni; io avevo già preso dei contatti con delle ONG, la Cooperazione internazionale è una mia passione, intravedevo azioni possibili a beneficio delle donne e poi..il precipitare degli eventi dettato dalla pandemia ed una fuga rocambolesca, siamo riusciti a prendere l’ultimo volo per Bruxelles, pagandolo una fortuna: in Italia le restrizioni erano tali che era negato l’accesso a chi venisse dall’Africa e a noi non è rimasta che la possibilità di accettare la solidale ospitalità di una coppia di giovani amici belgi che erano a loro volta rimasti bloccati nella loro casa in Toscana! Un doppio sconvolgimento: il passaggio dal Belgio al Ruanda e adesso di nuovo sulla strada del ritorno per una motivazione così inaudita”

come è stato ritrovarsi in quella circostanza così particolare a Bruxelles?

“paradossalmente sono stati tre mesi molto belli, io sono riuscita a non farmi assalire dal panico e a rimanere sempre lucida, il tempo primaverile ha aiutato, le giornate erano assolate, devo dire che il nostro è stato un lock down fantastico all’insegna del relax. Credo che funzioni così quando si è capaci di vedere con chiarezza le proprie priorità, io convivo con una malattia fisica importante, il Covid per me viene in secondo piano, anche per questo ho saputo conservare il sangue freddo a protezione dei miei figli. Quel fermo ci ha consentito di chiarirci le idee e così abbiamo compreso che fosse razionale fare ritorno a Napoli dove nel frattempo si era liberata una parte della mia casa paterna. A giugno De Luca ha riaperto le porte della Regione e per noi si è aperto un altro capitolo della vita.  Adesso le nostre cose sono disseminate tra il Ruanda, Bruxelles e un garage di Napoli e quindi non posso proprio parlare di stabilità, ma trovo che il mio diffuso impegno nel volontariato me la stia dando in qualche misura

che Napoli hai ritrovato dopo tanti anni?

“devo dire con sincerità con i problemi di sempre ed una certa ristrettezza di vedute, anche se la rete di associazioni cittadina è molto vitale ed è verso quella che mi è sembrato più produttivo muovermi, anche perché Retake sa agire in sinergia. I primi contatti che ho preso sono stati con L’Altra Napoli onlus, è una realtà radicata ed eccellente, molto presente al Rione Sanità con progetti formativi, urbanistici, culturali e professionali e da qualche anno impegnata anche in altre zone degradate della città. Ci siamo più volte incontrati per individuare azioni comuni e di recente abbiamo convenuto di cooperare per un progetto Retake Scuole Green orientato alla Scuola Adelaide Ristori a Forcella, una zona dove l’Altra Napoli ha attivi diversi progetti molto meritori. In questa scuola è stata affissa una targa commemorativa in ricordo di Annalisa Durante, la ragazzina che il 27 marzo 2004, a 14 anni, fu uccisa da un proiettile vagante durante una esecuzione camorristica che aveva tutt’altro obiettivo. Napoli è fatta anche di queste durissime realtà, anche molti bambini della scuola di cui ci stiamo occupando vengono da famiglie molto sofferte, spesso i padri sono detenuti, le madri si allontanano per cercare di sbarcare il lunario e i bambini vengono cresciuti da nonne e zie, la loro rabbia è tanta..

Il progetto Scuole di Retake, il primo del quale io mi stia occupando, si inserisce quindi in un contesto storico culturale di una Napoli degradata dove non c’è assolutamente verde e noi abbiamo quindi voluto che si potesse vedere il bello proprio dove non c’è. Il programma prevede un primo incontro con due classi, di II e III elementare, che si svolgerà il 4 aprile, l’evento vero e proprio dell’11 che vedrà i bimbi camminare, accompagnati dalle maestre, dalla loro scuola ad un’aiuola bistrattata dove piantumeranno delle piantine dedicando loro pensieri e poesie.  Il 21 aprile ci si incontrerà nella palestra della scuola dove si terranno le Olimpiadi Retake, verrà proiettato un video con i passaggi più salienti del percorso con Retake e verranno consegnati ai bambini dei distintivi che ricordino questa esperienza. Infine ci sarà l’esposizione di una mostra fotografica che racconterà tutto l’evento, in questo ci è venuta incontro un’altra associazione amica che seguirà le tre tappe con scatti fotografici e stamperà le foto selezionate”

hai quindi voluto creare una sorta di cartello associativo

“sì, noi siamo il capofila e, dopo tre incontri con la Dirigente scolastica, Stefania Colicelli, l’Altra Napoli ed una associazione di commercianti, si è profilato il programma al quale ha voluto unirsi anche il “Comitato Salute Vivere meglio” che aveva risposto, in precedenza, ad una comunicazione che avevo rivolto ad Istituzioni ed Associazioni per far conoscere le posizioni di Retake. Detto in breve, l’Assessorato alla Cultura e quello alle Politiche sociali non hanno dato risposta, mentre l’entusiasta Lello, Raffaele Federico del Comitato, sì. Ho voluto meglio conoscerli nel corso di una eco passeggiata promossa da loro a Piazza del Mercato, è stata una esperienza culturale molto piacevole, ci siamo piaciuti ed abbiamo condiviso un pranzo. Loro organizzano le Settimane della Responsabilità civile e invitano i ragazzi a scattare fotografie delle bottigliette abbandonate, del porfido o della buca nelle quali si può inciampare o anche dell’osceno abbandono delle mascherine e a segnalare agli uffici di competenza. Vedi quanto siamo affini?”

vera affinità elettiva. Io stessa ho partecipato ad un evento da Te promosso di riqualificazione degli esterni del Liceo Umberto

“abbiamo fatto un gran bel lavoro insieme, siete venuti da Roma in diversi, Christophe ha rimosso molti graffiti dai muri, ma purtroppo il Preside non ha collaborato con azioni di sensibilizzazione verso gli studenti e adesso quel muro sta messo peggio di prima.. E’ stata un’occasione mancata, è mancata la semina che sempre deve essere promossa sul territorio dopo un nostro intervento. In realtà quello che più mi piace di Retake Scuole è il suo sovvertire il concetto di delega, in questo mi ricorda molto contesti internazionali a me familiari dove agivano insieme volontari, genitori, mamme, sapendo fare rete. E’ il concetto della Cittadinanza attiva e dell’importanza dei piccoli gesti che a Napoli stenta moltissimo a farsi strada. Anche al Parco Vigiliano, dove siamo stati tre volte con interventi di Plogging, (erano con noi anche Paola Carra e sua cugina Giuliana), la situazione non è affatto migliorata, il dopo mercato è un disastro, tutto è frutto di radicata maleducazione, per questa ragione io credo soprattutto nei programmi formativi e nel valore della gentilezza, è tra quelli che ho più voluto trasferire ai miei figli che sin da piccoli hanno imparato a rivolgere piccole azioni gentili verso i loro compagni, questo valore della gentilezza l’ho pienamente ritrovato dentro Retake. Comunque secondo me la formazione è tutto, per questo mi sto prestando anche ad altri progetti orientati in questa direzione”

di che altro ti occupi?!

“da animalista collaboro con LAV come responsabile per le adozioni e sono diventata referente del Gruppo territoriale Campania di “Still I rise”, l’organizzazione nata per offrire istruzione e protezione ai minori profughi e vulnerabili su iniziativa del grandissimo cremonese Nicolò Govoni. Come noto questo straordinario giovane è riuscito a portare avanti programmi di formazione in India, Siria, Cambogia, Congo, Grecia, consentendo tra l’altro l’accesso totalmente gratuito ai Bachelor Degree (Laurea triennale) anche a ragazzi che diversamente non avrebbero mai e poi mai potuto avere una opportunità di questo livello. E c’è un altro aspetto che mi ha molto colpito, il constatare con maggiore cognizione la totale emergenza nella quale si trova la Scuola italiana, con modelli formativi obsoleti, con gli stessi insegnanti formati in maniera inadeguata e non motivati: anche da noi c’è bisogno di Scuole Internazionali e particolarmente a Napoli che ne è totalmente sprovvista ed è anche per questa ragione che in molti da Napoli vanno via.. Il mio sogno è quello di crearne una con “Still I rise””

una misura strutturale perfettamente in linea con l’afflato formativo di Retake

“Napoli ha bisogno di rifiatare e intravedere prospettive per un suo riscatto e questo progetto andrebbe in quella direzione. Intanto con “Still I rise” prenderemo parte alla Giornata mondiale del rifugiato realizzando una mostra fotografica con gli scatti di 150 bambini minori che, in varie parti del mondo, documenteranno dettagli di degrado”

che certo non mancano..

“così come mai come quest’anno sarà sentita la Giornata del rifugiato.. il lavoro da fare è tantissimo e in tante direzioni, io sto armonizzando le mie passioni ed i miei interessi per fare la mia parte”