D: Elisabetta, quando ti penso, ti vedo, sempre, intensa a lavorare
R: ci siamo incontrate in molti posti e ormai sono quasi sette anni..
D: come è iniziata per Te?
R: io ho un forte legame con Roma pur essendo venuta a viverci stabilmente a vent’anni; da ragazzina venivo spesso a trovare il mio nonno paterno che viveva a San Paolo e mi portava in giro per farmi scoprire alcune delle bellezze della Città, ricordo quelle scorribande stupefacenti con molto affetto. Grazie alle tante città nelle quali ho abitato io non sento di appartenere a nessuna nello specifico, sento piuttosto di essere parte del luogo in cui sto
D: un’apolide sentimentale! Quando hai deciso di interessarti di Roma?
R: era il settembre del 2014, quell’estate ero stata a Minneapolis, città bellissima e molto curata: gli spazi riservati ai cittadini, i luoghi riservati alla cultura sono molto accoglienti. Questo mio ricordo così piacevole contrastava con i viali del mio quartiere che calpestavo ogni giorno, ostruiti da un manto melmoso di foglie che non c’era verso di far rimuovere.
Mi decisi ad attivarmi in proprio anche se mi rendevo conto che la mia azione autonoma avrebbe sortito scarso effetto.. Mi misi in cerca di associazioni che facessero al caso mio e trovai Retake in Internet, la copertina della home page del sito era la locandina di un evento che si chiamava La Notte sbianca, di lì a pochissimo presi contatti con i gruppi della mia zona
D: ricordi il tuo primo Retake?
R: certo, fu a Via Val Melaina, conobbi da subito Carlo Palombo, Ilaria Falzone e Iacopo Frascatano (su fb è accreditato come Jack Frasca) persone con le quali ho fatto un bel pezzo di strada. Ma per il secondo Retake scelsi di andare a Via dei Quattro Venti e mi ritrovai catapultata in un evento grande, con altre associazioni, commercianti, un gruppo musicale e persino interviste. Quel giorno tentavamo di rimuovere le scritte vandaliche con la trielina, non eravamo ancora entrati nell’era del gel. Fu molto accogliente con me Donato Sciunnache, aveva forse colto il mio stato d’animo e mi guidò a liberare un palo dagli adesivi, non sapevo ancora come muovermi. Al rientro a casa il barattolo di trielina che avevo con me perdeva e io fui costretta a scendere e risalire da un autobus all’altro per non appestare i passeggeri!
D: hai poi continuato a prendere parte alle attività di gruppi anche distanti dal tuo
R: negli anni ho scelto di andare a supporto fondamentalmente dei luoghi nei quali ho abitato e con i quali ho un legame: San Paolo, Garbatella, Appio Tuscolano, Eur, Prati.
Per Balduina, che è il quartiere dove abitano i miei, c’era già un gruppo, però con poche persone all’epoca e anche gli allora amministratori poi cambiarono anche città. Abbiamo cercato di aiutare con alcuni interventi, sono venuti a darmi una mano Carlo Palombo, Marco Quarato, Fabio Azzaro, Nino Trapani e Fabrizio Mencaroni (questi ultimi dal gruppo Prati). Per un po’ siamo stati pochini, poi per fortuna il gruppo si è avviato nel 2017 ed è diventato uno splendido gruppo. Qualche volta sono tornata e mi piacerebbe farlo ancora, non vado più così regolarmente da quelle parti, pandemia a parte.

D: hai continuato ad avere rapporti stretti con il tuo gruppo locale
R: assolutamente sì: nel 2015 siamo diventati un gruppo unico Terzo Municipio, ci siamo organizzati in una piccola sede di proprietà Ater, ospiti di un’altra associazione, dove ricoveravamo i nostri materiali e a volte ci siamo incontrati
D: nel tempo avete convenuto dei cambiamenti organizzativi?
R: direi che il cambio di registro più significativo è stato il privilegiare una nostra presenza sul territorio più continuativa, di largo respiro temporale e non solo puntare ad eventi isolati di grande impatto. E mirare quindi ad un maggiore coinvolgimento di abitanti ed esercenti commerciali,che in alcuni casi è avvenuto spontaneamente. L’esempio più eclatante in questo senso è stato a Viale Val Padana dove abbiamo determinato una riqualificazione che, dopo un certo tempo, ha coinvolto anche gli abitanti del luogo. Certo, non è semplice, anche Francesca Dell’Orco ha avviato progetti simili a Città Giardino, così come Emanuela Fiorenza alla pista ciclabile di Sacco Pastore e al Ponte delle Valli con Guscio di Noce. C’è stata una bella partecipazione, da parte del gruppo e anche da parte di persone fuori quartiere.

D: che cosa più caratterizza questo modello secondo Te?
R: Cercare di essere presenti e curare un luogo in maniera il più possibile costante. A Val Padana, oltre alla pittura della parte muraria e alla manutenzione del Verde abbiamo ripristinato molte panchine, quel luogo è riuscito a cambiare volto perché ha avuto noi come “incoraggiatori” delle persone che lì vivono. Adesso è in un momento di sofferenza, anche se sono ricominciati gli interventi da parte di Servizio Giardini e Ama in modo più regolare. Poi è anche oggetto di un progetto di riqualificazione.
D: negli anni hai preso parte a molte imprese Retake e conosciuto moltissimi retaker.
R: voglio ricordare come ho conosciuto Nino Trapani! Eravamo a Piazzale Flaminio, io credo al mio terzo retake, quindi conoscevo ancora poche persone e lui arrivò in motorino, con la sua pettorina RetakeRoma Prati, era il solo che avesse la pettorina con la denominazione del gruppo. Si accostò a me e mi disse che aveva avvistato della monnezza che andava rimossa, lato Piazza del Popolo. Andò per le spicce e mi chiese di guardargli il motorino, lui doveva andare lì. Io rimasi interdetta e anche terrorizzata che mi avesse affidato il suo motorino senza conoscermi, io che non so neanche guidare! Per fortuna è tornato subito. Tutto era stato estremamente informale e pragmatico, poi ci ho fatto l’abitudine e so sempre più apprezzarlo, in lui come in tutti. Sono un orso un po’ timido e un po’ snob ma anche molto accomodante.
D: il retaker deve essere accomodante, sia rispetto alle criticità che trova costantemente per strada che nella relazione.
R: sono d’accordo: può accadere di avere dei momenti di stanca e rigetto rispetto alle troppe irresponsabilità istituzionali che costringono il cittadino a caricarsi di troppi oneri ma poi è proprio la relazione che aiuta a ritrovare la motivazione. Con molti retaker del mio gruppo sono nate vere e proprie amicizie, io sento il senso di appartenenza al mio gruppo.
Nello stesso tempo quando Fabio Azzaro si è trasferito ed é diventato amministratore del suo sono andata ad aiutarlo a Parco Comte insieme ad Emanuela e Riccardo e alla Stazione Tiburtina.
D: va dove ti porta il cuore…
R: io mi faccio guidare da quello, per questo non mi definisco romana eppure sento di appartenere a Roma in ogni dove.

D: da qualche tempo non sei più Admin.
R: ho fatto un passo indietro per una serie di ragioni personali e lavorative, ma continuo ad essere presente. Mi piace a volte aderire a chiamate dei cittadini alle quali magari non possono andare altri, perché io ho più tempo libero, sono occasioni estemporanee che rappresentano comunque una buona semina. Se un commerciante chiama in vista dell’inaugurazione del suo esercizio io apprezzo il suo scrupolo e vado con piacere, quello che è bello constatare che quando ci si attiva si trovano subito compagni di strada
D: che rappresenta la strada per Te?
R: a me la strada piace molto, sono una buona camminatrice ed esploratrice del nuovo, anche senza meta. Certo oggi guardo la strada con occhi diversi, molto più attenti al dettaglio e talvolta mi rammarico se le nostre forze non possono arrivare ovunque come nel caso della Riserva della Marcigliana che ho visitato di recente, mi sono sentita impotente al cospetto delle discariche che la offendono.
D: tu giri Roma a piedi e con i mezzi: come ti organizzi per i Retake?
R: i primi anni avevo una vera e propria borsa di attrezzi, sempre timorosa che potesse mancare qualcosa, adesso penso che ogni partecipante debba portarsi i propri e giro con un più pratico zaino e comunque, ho sempre potuto “approfittare” di una quantità di persone meravigliose che mi hanno scarrozzato nei luoghi degli appuntamenti!
D: sei entrata in una fase da apporto gregario eppure hai una grandissima esperienza maturata.
R: io ho fatto parte anche di altre associazioni come gli Scout e i Buddisti, ci sono fasi che si chiudono o cambiano. Nel caso di Retake io ora rimango così, sono i legami conquistati all’interno veramente importanti e l’appartenenza al luogo in cui vivo, Roma. Poi le cose cambieranno ancora, chissà.
L’ambiente e l’essere umano che lo abita sono, secondo un principio buddista, “Due ma non due”. Quest’ultima frase non devi citarla necessariamente, mi piaceva condividerla con te.
D: e io penso sia bella condividerla con tutti. Grazie Betta.