
D: Diana, sei molto giovane e coordini un bel gruppo abituato a grandi imprese..
R: Mi piace molto ricordare la lunga strada che ci ha finalmente portati a Retake. Già nel 2014, tramite un Laboratorio Civico promosso da un progetto Europeo sulla cittadinanza attiva, ne eravamo venuti a conoscenza e l’avevamo preso ad esempio, ma senza mai prenderne effettivamente parte e in poco tempo il laboratorio stesso fallì il suo scopo. Non eravamo ancora pronti. Da quell’esperienza però nacque un documento di sintesi che analizzava le varie problematiche sul territorio. Pochi anni dopo, nel 2016, da questo documento prese il via il nuovo CdQ di Castel di Guido che si proponeva, tra le altre questioni, di intervenire sullo stato di degrado nel quale versava la strada principale di Castel di Guido. Andrea Bettini, Presidente del CdQ, diede quindi vita ad alcune domeniche ecologiche. Fu in quelle occasioni che incominciammo a bonificare, grandi raccolte di rifiuti, spesso ingombranti, senza alcuna consapevolezza che quelli fossero di fatto dei Retake, lavoravamo di gran lena e senza pettorina. A distanza di tempo fu Gianni Rinaldi, in visita a Castel di Guido, a parlarci di Retake come di un progetto che avrebbe potuto potenziare la portata di quello che già facevamo e il primo a convincersene fu proprio Andrea Bettini.
D: Andrea fu molto determinato nel desiderio di far nascere un gruppo Retake e vi convocò per proporvi questa iniziativa. Voglio ricordarlo con affetto insieme a te poiché vi ha lasciato mesi fa e posso appena intuire il grande vuoto provato da tutti voi e che esempio civico alto vi abbia dato
R: proprio così, la sua perdita è stato un durissimo colpo per tutti. Era una persona esemplare sotto moltissimi aspetti, soprattutto si distingueva per il suo profondo senso civico e riusciva ad incantare tutti quelli che aveva intorno. Fu proprio lui a proporre la creazione di un gruppo Retake a Castel di Guido. A inizio 2019 ci chiese chi potesse prendersi l’incarico di referente e amministratore del gruppo essendo lui già molto impegnato come presidente del CdQ, così io mi offri volontariamente e insieme a me altre due persone divennero admin!

D: avevi la minima idea di cosa ti aspettasse?
R: vagamente sì, avevamo di fatto già incominciato a sporcarci le mani e la voglia di proseguire c’era tutta. Sicuramente per me è stata una novità la gestione “burocratica” del gruppo, la creazione di eventi, la comunicazione, il rapporto diretto con l’AMA, ma col tempo è diventato tutto più facile e lineare.
D: che situazione avete trovato a primavera 2019?
R: avevamo due grosse aree di criticità, la più ampia lungo i 10 km di Via di Castel di Guido, (5 Km a lato), tutta ridotta a discarica a cielo aperto per l’eccesso di sacchi abbandonati alla rinfusa nelle varie aree di sosta o semplici rifiuti gettati dalle auto in corsa e una grossa discarica di ingombranti, rifiuti speciali e spazzatura varia che si era determinata davanti al Casale della Bottaccia. Lavorando nel bonificare il bordo strada ci siamo presto resi conto che saremmo dovuti ritornare più e più volte e di fatto ogni Retake produceva centinaia e centinaia di sacchi di risulta.., inizialmente circa trecento a evento e il grosso problema era che farne.. Non potendo distribuire un tale carico nei normali cassonetti abbiamo deciso di radunarli in un unico punto, già molto degradato, proprio davanti al Casale della Bottaccia, in pratica andando ad allargare quella discarica preesistente. Consci della necessità di una bonifica di quell’area circoscritta, abbiamo scelto di accumulare lì quello che da decenni si era sparso lungo la strada e che abbiamo dovuto letteralmente estirpare dal terreno. È stata una scelta rischiosa, ma l’abbiamo fatto consapevolmente e abbiamo ovviamente lottato per ottenere la bonifica al Casale, mirando ad ottenere il massimo risultato con un unico intervento decisivo da parte dell’amministrazione.
D: questa situazione gravosissima vi ha indotti ad avere uno scambio mirato con le Istituzioni
R: naturalmente abbiamo dovuto chiedere soccorso all’Assessore all’Ambiente del XIII Municipio, Emanuele Penna, e a Bruno Massimi, referente Ama locale ed io ho sempre avuto il conforto del nostro Roberto Maxia con il quale mi confrontavo per comprendere come meglio muovermi.

D: quanto le vostre segnalazioni hanno sortito effetto presso le Istituzioni?
R: a soli otto mesi dall’avvio del nostro gruppo la discarica presso il Casale della Bottaccia è stata bonificata, per noi è stata una soddisfazione enorme. Il nostro CdQ capitanato da Andrea Bettini, si è interfacciato con la Sovrintendenza, Ama e il Municipio e il frutto del nostro faticosissimo lavoro ha visto una soluzione netta per quanto temporanea.
D: la strada non può dirsi certamente ripulita
R: certo che no.. ad ogni Retake continuiamo a produrre una montagna di sacchi che per fortuna il referente Ama locale con il quale abbiamo un buon rapporto provvede a farci ritirare ogni volta, nel rispetto del Protocollo d’Intesa stipulato con Retake Roma.
D: con che frequenza bonificate?
R: inizialmente ogni 15 giorni, la montagna di rifiuti che raccoglievamo era esorbitante, nel tempo ci siamo dati un ritmo mensile che cerchiamo di rispettare sempre perché ci siamo resi conto che è proprio indispensabile per evitare che l’erba alta copra i rifiuti e che con il passare di troppo tempo se ne accumulino in eccesso. Per fortuna nel tempo il Municipio ha provveduto a far decespugliare l’intera via e questo ci ha permesso di arrivare più facilmente ai rifiuti che prima erano nascosti dalla vegetazione, ottenendo una pulizia ancora più efficace.
Una volta raccolti i rifiuti rimane da bonificare il terreno perché molti arrivano in profondità, terra e rifiuto diventano un tutt’uno. Nel caso del vetro in particolar modo a me piange il cuore vedere le tante bottiglie frantumate e immerse nella terra mentre avrebbero potuto essere differenziate.. ci siamo quindi dati la regola di differenziare sempre il vetro dal resto dei rifiuti. Lo facciamo tramite dei comodi carrellini muniti di sacco e il procedimento è molto semplice: chi trova una bottiglia di vetro la lascia a bordo strada e chi ha il carrellino passa e raccoglie. Una volta riempiti i sacchi li andiamo a svuotare nelle campane di vetro presenti sulla via. In questo modo siamo riusciti a differenziare centinaia e centinaia di bottiglie che altrimenti sarebbero rimaste interrate.

D: sei sempre riuscita a conciliare i tuoi impegni personali e lavorativi con una tabella di marcia così serrata?
R: assolutamente sì, pensa che quando ho vissuto a Napoli, da ottobre 2019 a marzo 2020, sono ritornata tutti i mesi per fare Retake con il mio gruppo. Anche a Napoli ho cercato un gruppo con il quale lavorare, in realtà li ho contattati prima di tutto perché ero in cerca di una stanza e rivolgermi proprio a loro mi è parsa la cosa più naturale da fare, per me Retake è casa. Mi hanno risposto e consigliato e appena arrivata a Napoli ho preso parte a un bellissimo evento, il Posillipo Plogging.
D: dopo due anni di interventi la situazione è comunque migliorata
R: senza dubbio! Ma dobbiamo anche ringraziare la collaborazione degli Operativi per l’Ambiente, un’associazione locale che ha provveduto a far installare delle fototrappole delle quali si avvalgono i Carabinieri di Casalotti a fine sanzionatorio e probabilmente anche quelle piazzate dai NAD a sorpresa hanno contribuito. Ora chi tenta di scaricare ingombranti e rifiuti vari viene multato e il più delle volte è obbligato a riportarsi indietro quello che ha scaricato. I risultati si vedono!
D: la vostra è un’attività davvero molto faticosa, che cosa vi tiene uniti?
R: paradossalmente noi svolgiamo questa attività sempre con il sorriso sulle labbra, se non divertendoci proprio. Ogni rifiuto tolto dal verde che ci circonda ci fa stare meglio e diventiamo più felici di come eravamo all’inizio. Eppure negli anni abbiamo rinvenuto i rifiuti più improbabili, tutto quello che troviamo potrebbe farci molto arrabbiare, come le decine di taniche piene di olio motore misto a nafta che continuiamo a trovare lungo la via.. a volte talmente usurate dalle intemperie che si rompono e riversano tutto il liquido sul terreno. Questo ci fa molto arrabbiare, ma il nostro agire, intervenire, segnalare ci rende ogni giorno più forti.
Poi quando si poteva ci radunavamo dopo l’evento per mangiare insieme, cibo buono, di qualità, cucinato a casa e ci intrattenevamo con le chitarre, cercando di intonare quello che chiamavamo Retake blues. Prova a immaginarci, immersi nel verde, a suonare e cantare insieme dopo aver dato modo alla natura di respirare un po’ più liberamente… chi non si sentirebbe felice in quel momento?

D: la tua scelta è compresa al di fuori di questa ristretta ed affiatata cerchia?
R: non moltissimo, mi capita di dover replicare a chi ci obietta che portiamo avanti attività che non ci competono, mi ci batto proprio!
D: che intendi?
R: vorrei che fosse compreso che siamo tutti responsabili del disastro che ci circonda e che è impraticabile pensare di demandare tutto alle Istituzioni
D: hai fatto proprio tua questa proposta
R: sì infatti ho cercato di essere presente anche ad alcuni eventi generali Retake, come al bellissimo World Coastal Clean Up Day ad Ostia e al Decennale al Parco degli Acquedotti. Sono occasioni importanti per me perché mi fanno sentire meno isolata e perché ritengo sia necessario dedicarsi alla causa anche fuori dal proprio quartiere, ce n’è tanto bisogno.
In più durante certi eventi si possono incontrare persone davvero interessanti… ad esempio, una volta, durante una pausa pranzo, mi imbarcai per andare ad assistere almeno per 15 minuti a una manifestazione a Piazza del Popolo, sul palco c’era Greta. Tra la folla, cercai subito con gli occhi gli striscioni di Retake e li trovai. Mi avvicinai presentandomi subito come membro del gruppo di Castel di Guido e mi venne naturale chiedere alla mia interlocutrice “e tu di che gruppo sei?”… era la fondatrice di Retake Roma, Rebecca!
D: il tuo gruppo è formato esclusivamente da retaker locali?
R: per lo più sì, ma una volta si è unita a noi una persona davvero particolare, veniva dalle parti di Roma nord e già questo era un onore per noi, ma lo è stato ancora di più quando abbiamo scoperto che si trattava di una campionessa mondiale di Beach Volley! Ormai non può più partecipare per i suoi impegni agonistici, ma ogni tanto ci sentiamo e per me è stato un vero piacere averla conosciuta.
Da pochi mesi è dei nostri Ana Gabriela Hodor di Massimina. Abbiamo molto legato e dato il suo entusiasmo e la voglia di fare, l’abbiamo aiutata a lanciare il suo gruppo di quartiere. Lo meritava perché si sta avviando da vera pioniera, mentre noi lo abbiamo creato partendo da un gruppo precostituito.
D: 15 marzo 2019 la data del vostro primo Retake: la strada di cui vi state prendendo tenacemente cura è sempre la stessa, eppure ha cambiato volto
R: quello che più mi piace pensare è come un piccolo gruppo di persone per poche ore una domenica mattina al mese possono rimediare ad atti di inciviltà perpetrati per anni da centinaia di persone. Questo mi fa realizzare che tutti insieme possiamo ancora riuscire a salvare il pianeta!
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