
Parlare con Cristiano Tancredi è un piacere, in lui le parole ardono e fluiscono senza alcun freno eppure con logica stringente. La sua storia di retaker è iniziata poco più di un anno fa, le cose fatte e gli obiettivi conseguiti sono tanti e lusinghieri.
Sono davvero curiosa di sapere come una persona così magmatica abbia incontrato Retake.
R: Facevo parte del gruppo di volontari del Parco degli Acquedotti e nei giorni di massima affluenza, che coincidono con alcune festività, partecipavo all’ iniziativa: “Volontari per la Bellezza”, promossa dal Parco Regionale dell’Appia Antica. Fu in quel periodo che, mentre zappettavo al Parco, Alfredo Mancia mi notò e mi parlò per la prima volta di Retake.
Ne avevo già sentito parlare dalla mia Professoressa di Geografia umana all’Università e di conseguenza, non rimasi del tutto sorpreso. Una cosa è certa, mai avrei potuto immaginare con che vitale prepotenza sarebbe molto presto entrato nella mia vita…
D: Che cosa è accaduto da quel primo incontro?
R: Gli storici Volontari del Parco degli Acquedotti si sciolgono e alla fine del 2019 Francesco Laddaga presiede il Comitato spontaneo per il Parco degli Acquedotti e Tor Fiscale con l’obiettivo di unire tutte le realtà associative che gravitano nell’area degli Acquedotti. In una delle prime riunioni del Comitato è emerso da subito il desiderio di non lasciare il Parco sprovvisto di un gruppo di volontari. Quando Alfredo Mancia mi suggerisce di mettere in piedi un gruppo Retake che si possa prendere cura di tale patrimonio, non me lo sono fatto ripetere due volte perché amo le novità e le sfide. Il Parco aveva grande bisogno di una cura ordinaria e c’era davvero tanto da fare. Detto, fatto: il 5 gennaio 2020, nasce il gruppo Retake Roma Parco degli Acquedotti.
D: A poche settimane dal lock down! Che cosa è accaduto nel corso di quei mesi complicati?
R: Paradossalmente il lock down è andato in nostro favore, le persone non hanno lesinato la loro presenza, in sicurezza naturalmente, perché hanno trovato in quella dimensione la possibilità di non perdere il contatto con la natura e allo stesso tempo, fare concretamente qualcosa per difendere il Parco.
D: Hai avuto davanti a te molti aspetti di natura organizzativa da affrontare: la composizione rinnovata dei volontari e la loro gestione, il rapporto con le Istituzioni, i contenuti civici da veicolare in quella splendida cornice…
R: Sul fronte istituzionale ho gradualmente costruito insieme ad Alfredo un Protocollo d’Intesa con l’Ente Parco e ho sentito l’esigenza di formarmi al tal fine seguendo il corso di Cittadinanza attiva con il Prof. Gregorio Arena di Labsus. Per me la formazione è e dovrà sempre più essere un asset di Retake.
Siamo quindi arrivati al Protocollo d’intesa con l’Ente Parco a giugno, preparati e orgogliosamente consci di essere la prima associazione ad averne siglato uno!Da lì in poi, ho lavorato per costruire un rapporto di fiducia e collaborazione anche con le altre istituzioni territoriali come il Parco Archeologico dell’Appia Antica e il Municipio VII.

D: Come si è andato via via assemblando il gruppo di volontari che consta oggi oltre cento persone?
R: Il primo passo è stato quello di presidiare il territorio con una presenza costante, 7gg su 7. Questo ci ha permesso di prenderci cura del Parco a 360 gradi contenendo problemi legati alla sicurezza, cominciando a diventare un riferimento attendibile per i cittadini e contribuendo alla sensibilizzazione verso lo stupendo contesto naturalistico e storico in cui abbiamo la fortuna di operare. Ho spammato post a tutto spiano in tutti i gruppi social di zona perché prendessero atto che noi c’eravamo, eccome!
D: Che azioni avete approntato lato Sicurezza?
R: A seguito di numerosi incendi dolosi avvenuti nell’area del Parco, abbiamo creato una rete di protezione coadiuvata dal nostro gruppo, l’associazione Caffarella, No roghi tossici! e dalle Forze dell’Ordine nello specifico: i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale (N.I.P.A.A.F.) e il Nucleo Ambiente e decoro della Polizia locale (NAD). Retake è anche questo: azioni volte a contribuire al ripristino della legalità attraverso la collaborazione tra Cittadini, Istituzioni e Forze dell’Ordine.
D: L’impressione che date come Gruppo è di essere diventati una vera e propria Comunità.
R: Sì, è proprio così! di fatto ognuno ritrova il proprio ambito di interesse e di azione. Ho fortemente voluto e voglio che ognuno si sentisse e si senta tanto libero quanto responsabilizzato. Io sposo completamente la logica dell’empowerment promossa da Retake

D: Raccontaci meglio la fibrillazione che trasmettete virtualmente.
R: Quello che è accaduto e che accade ogni giorno è stato il passaggio dal calpestare uno spazio al far parte attiva di un luogo che ognuno sente come proprio.
L’azione costante sul territorio, genera quel processo che porta all’identificazione con un luogo, caricandolo di significati. In questo gioca anche l’espressione dei talenti personali. Un esempio su tutti, dalla passione per la storia di una mamma del gruppo Retake Young, sono nate una serie di visite guidate che stanno facendo scoprire il Parco anche alle giovani generazioni.
D: Immagino siate aperti anche all’apporto di altre associazioni
R: Assolutamente! Con Scuole Migranti a solo titolo di esempio abbiamo organizzato diversi Plogging condivisi, sotto questo profilo anche noi sposiamo il Retake solidale.
D: E poi c’è l’apporto dei piccoli…
R: Sì, abbiamo creato Retake Young, le ore con loro sono spettacolari, non potremmo dare migliore esempio formativo e da loro impariamo tanto, sono stati proprio i bambini ad esprimere il desiderio di fare la propria parte, tutto è avvenuto con grande spontaneità
D: Il vostro presidio costante sta davvero muovendo una larga fetta della collettività circostante che si affaccia con il desiderio di conoscere il territorio
R: Esatto, si sta facendo strada un modello, la crucialità di presidiare i territori attraverso azioni di cura con la consapevolezza del contesto in cui si opera.

D: In che modo si ascoltano i bisogni della collettività?
R: L’ascolto non è un diritto, quanto una conquista. Bisogna stare a stretto contatto, in questo senso è faticoso, ma non si può evitare.
D: Come mantieni questo contatto?
R: Ho quattro chat WhatsApp attive, quella del Gruppo operativo Retake, un’altra dei Volontari degli Acquedotti, la Retake Young e anche quella del Giardino delle Farfalle, poi talvolta organizzo call, non do mai nulla per scontato, le persone devono sentire costantemente di essere parte di qualcosa.
Trovo che la costituzione di una Comunità sia alla base di ogni azione di Retake e anche il rapporto con le Istituzioni va strettamente coltivato. Con l’Ente Parco noi co-progettiamo, da loro avremo anche un corso di formazione in potatura, si cresce insieme.
D: Hai una grande amore per il Verde, come coltivi questa passione?
R: Ho una laurea triennale in Scienze geografiche, cerco di aggiornarmi costantemente con corsi e tirocini e da gennaio 2021 sono co referente Verde Retake per i rapporti con il Dipartimento Ambiente, quest’ultimo incarico mi consente di osservare come si muove l’Amministrazione in questo ambito.
D: Riusciresti a sintetizzare quello che facciamo collettivamente?
R: “Gestione e valorizzazione del territorio” che è poi il nome del mio corso di Laurea Magistrale
D: Suona bene! Ed una definizione più poetica, visto che la poesia ti appartiene?
R: Retake è l’intermediazione fiduciaria tra i Cittadini e le Istituzioni e… e… e…
Non è proprio facile fermare Cristiano Tancredi e meno male!
Retake
A grass-roots citizen movement – non-profit and apolitical –promoting beauty, long term viability and urban regeneration by encouraging the diffusion of civic pride and the notion that each and every resident can take personal responsibility in contributing to the civic and economic growth of all of Italy.
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