
Claudio, sei un retaker del gruppo Retakeroma Casal Monastero, perché Retake ti è sembrata una risposta adeguata alla cura del tuo quartiere?
“Conoscevo Retake grazie al Comitato di Quartiere del quale faccio parte da alcuni anni e partecipavo sporadicamente ad alcune iniziative. Un’accelerazione ci fu quando Enrico Zini tornò a vivere nel nostro quartiere qualche anno fa e riprese ad impegnarsi in prima persona all’interno del gruppo. Di fatto cercava una sponda per rilanciare il gruppo Retake e io mi sono subito reso conto che quello che ci stava proponendo era un’opportunità interessantissima alla quale aderire. Ricordo la sensazione di aver trovato un posto dove realizzare quelle cose che, senza un gruppo organizzato, sarebbero rimaste nella mia mente soltanto idee senza azione.
la tua adesione è stata quindi immediata?
“sì, anche perché è apparso subito chiaro che dovessimo strutturarci, da noi la sfida del Verde è importante, ne abbiamo tanto, ma molte aree non sono manutenute, il nostro quartiere è quasi un paese di campagna e soprattutto in estate la campagna diviene un po’ “invadente…”
una bella assunzione di responsabilità
“in effetti sì, anche se io ho una chiave di lettura personale in merito al volontariato che ho sempre svolto anche in altri ambiti: alle volte lo si pratica senza una completa assunzione di responsabilità, ci si sente legittimati a portare a termine quanto si è intrapreso senza la necessaria determinazione perché è un’attività che sottrae tempo ad altro o perché magari quello che si riceve rimane quasi sempre intangibile, o ancora perché ci perdiamo a pensare che quello che facciamo dovrebbero farlo le Istituzioni. In questi casi prevale allora il pensiero che comunque sia, qualunque cosa facciamo sia meglio di niente, e questo è di ostacolo al raggiungimento di risultati strutturali. Tutto questo per dire che non sempre colgo un pieno riscontro tra volontario e cittadino responsabilizzato, a partire da me”
il tuo è un punto di vista interessante, un po’ una voce fuori dal coro e ci sta, fa parte del pluralismo di Retake. Torniamo a come vi siete attrezzati per far fronte alle criticità ben note
“ci siamo procurati i primi attrezzi grazie a collette di quartiere e alla donazione di alcuni abitanti. In seguito abbiamo ricevuto aiuto concreto anche da alcune attività commerciali della zona. Tra le nostre criticità c’è quella dei cigli stradali, sono del tutto abbandonati, diventano ricettacoli di sporcizia e non è facili gestirli: a rigore andrebbero ripuliti dallo sporco, quindi decespugliati e infine insaccati, ma a parte i rifiuti più grossi, facilmente removibili, il resto rimane impigliato tra gli arbusti e allora diventa impossibile differenziare lo sporco dalla vegetazione. Poi si producono sacchi su sacchi, i primi tempi Ama veniva con il cassone agli eventi e potevamo liberarci facilmente dello sfalcio senza dover insaccare, poi non ci hanno più dato questo supporto e le cose si sono complicate”
vi occupate anche della gestione di parchi?
“da noi il Parco del Sole e quello del Serpente, di proprietà comunale, sono stati affidati al CdQ e quindi noi garantiamo la manutenzione ordinaria, sfalcio e svuotamento cestini. E’ un onere del quale ci facciamo carico per la collettività, ma è anche una manifestazione di debolezza da parte dell’Amministrazione Comunale, a mio avviso”
come cercate di coinvolgere gli altri cittadini?
“noi arriviamo agli eventi con pale, ramazze, rastrelli, cerchiamo di coinvolgerli in quello che facciamo per primi. Questa è la finalità, dare l’esempio, perché componenti sempre più numerose della collettività si sensibilizzino al bello. Io a volte proprio non mi capacito di come non si riesca a cogliere questa opportunità meravigliosamente semplice. E’ alla portata di tutti e in più è divertente”

sei riuscito a trascinare qualcuno dei tuoi amici?
“in realtà uno solo”
è già qualcosa! Io nessuno..
“a lui l’ho coinvolto quando mi è venuta l’idea di organizzare il ripristino dei bidoni, da noi la raccolta porta a porta di fatto determina la collocazione di grossi bidoni all’interno del comprensorio, il risultato è che spesso strabordano e la gente, ogni qualvolta non vengono svuotati, abbandona i rifiuti in esubero ai loro piedi, un disastro. Un bel giorno ho affisso un cartello spiegando che alle h19.30 si sarebbe risistemato quell’orrore e in quella occasione si sono presentati in almeno una decina di condòmini”
un buon riscontro
“sì ma direi piuttosto episodico, in realtà da noi è ancora molto difficile rendersi conto che al di là del nostro naso, della nostra casa si apre un mondo. Ci si costringe in un microcosmo, fatto del proprio smartphone, che abbiamo sempre con noi e per il quale magari spendiamo anche molti soldi, nelle nostre case dove spesso mettiamo il parquet, nelle nostre automobili che vogliamo belle e sempre pulite, e oltre questo non si riesce ad andare, non abbiamo ancora il senso del bene comune e dovremmo anche chiarirci che cosa sia il bene comune. Io penso che dovremmo renderci conto che se qualcosa di collettivo funziona, è efficiente e fruibile diviene mio e di tutti proprio come quel telefonino o la nostra automobile. Abbiamo un gap tra chi questo lo vede e chi no e io sono ottimista che questo gap lo colmeremo”
che ruolo gioca Retake in tutto questo?
“Retake è un punto di riferimento fondamentale, un ruolo riconosciuto. Penso anche al riconoscimento istituzionale che Mattarella ha inteso conferire a Rebecca Spitzmiller”
e che ruolo gioca nella tua vita?
“realizza il mio bisogno di partecipare e dà un diverso significato al territorio, mi dà un diverso senso di identità, metto il muso fuori di casa e sento di partecipare insieme ad altri. Questo è l’aspetto che io apprezzo di più, la partecipazione collettiva, mi rendo conto che sto realizzando proprio quello che mi sarebbe piaciuto fare. E a volte è davvero esilarante, come quella volta che abbiamo fatto un Retake che definirei archeologico, eravamo in un’area attrezzata a Verde del tutto abbandonata. Via via che procedevamo sono venuti alla luce vialetti e panchine, sorprendente, alla fine abbiamo brindato e bevuto, dopo la fatica la leggerezza, è molto importante che ci sia leggerezza. In quell’occasione abbiamo portato una cassa musicale che ci accompagnava durante le attività, dava ritmo e portava allegria. Questo è quello che comunichiamo spesso. Mi hanno colpito una volta tre ragazzi che ci hanno osservato al lavoro per oltre tre ore, poi uno di loro ci ha chiesto se avrebbe potuto partecipare anche lui, abbiamo superato quella diffidenza e loro hanno i loro tempi. E io sono anche convinto che il messaggio arrivi quando ci si rende conto di quanto tutto questo sia semplice: noi viviamo in un sistema in cui i modelli complessi sono predominanti, eppure Retake dimostra che una proposta semplice realizza grandi obiettivi. E nel pieno rispetto della personalità di ognuno. A nessuno viene richiesto di fare questo o quello, ognuno si muove liberamente. Chi viene soprattutto per chiacchierare, chi si ritrova con la schiena spezzata il giorno dopo. Il nostro modello si può sintetizzare in pulizia, partecipazione e sostenibilità. E spazio per tutti.”

e cosa piace fare a Te?
“io non mi sento molto chiamato alle attività organizzative, come sai c’è un lavoro di logistica, di manutenzione, è faticoso, certo quando è proprio necessario non mi tiro indietro. Io mi sono ritagliato un ruolo da gregario, forse anche per imbrigliare la mia vena polemica… quando sto su strada io voglio vedere un angolo pulito, voglio che si possa proprio cogliere la differenza, ritengo sarebbe più proficuo concentrarsi su una singola area affinché cogliendone la differenza diventi poi più partecipato dalla collettività il desiderio di replicarla. Comunque io mi adeguo alle decisioni degli altri, d’altra parte i luoghi di aggregazione rendono i compromessi assolutamente accettabili”
come ti definiresti?
“un cinico romantico. E non potrebbe essere diversamente, se uno non ha l’orsacchiotto dentro non può essere un retaker”
dopo anni io mi sono convinta che Retake tiri proprio fuori quest’anima romantica dagli uomini ed esalti ancor di più quella “guerriera” nelle donne: ti ci ritrovi?
“adesso che te lo sento dire, assolutamente sì. Io penso questo, quando ci si dedica ad attività basiche, come può essere per me anche l’andare in bicicletta, ci si libera dagli schemi e dai ruoli che la società ti impone. Sei accettato dalla società in quello che fai e puoi essere te stesso. Comunque io un po’ cinico lo sono, a volte quando vedo le donne retaker pulire in maniera stra meticolosa passo e dico:”ma la cera quando ce la passi? e lo Swiffer?”
più che cinico direi spiritoso!
“beh, questo me lo riconosco, porto spesso il mio umorismo nel gruppo. Però in cambio sono un mulo e faccio il lavoro sporco, quello che non vuole fare nessuno, mi spendo molto e sono contento così”

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