
Zona Bologna, ora del tramonto, si avvia il relax di fine giornata: come mai, Simona, hai deciso di incontrarci proprio qui?
“sono davvero molto legata a questo quartiere, qui abitava mia nonna, la persona che più ho amato nella mia vita, ho molti ricordi di lei e di Roma da bambina, mi portavano spesso a trovarla ed è così che Roma ha iniziato ad entrarmi nel cuore; in realtà io sono per metà romana, lo è mio padre, ho sempre saputo che Roma sarebbe diventata la mia città”
hai quindi scelto di venirci a vivere?
“non vedevo alternative, ero già innamorata di Roma e infatti nei primi due mesi del 2007, anno in cui mi ci sono trasferita, mi sono dedicata esclusivamente a girarla, a scandagliarla e non finivo di stupirmi di quanto fosse bella e grande e stupefacente, ricca di tesori ineguagliabili, me la sono proprio goduta, ne ero come inebriata”
poi sei tornata alla realtà..
“ad un certo punto il mio sguardo si è fatto più cosciente e vigile e ho iniziato a notare l’enorme numero di adesivi abusivi che sporcavano i suoi muri e le sue serrande, la spazzatura, le strade dissestate, in qualche misura l’incantesimo si è infranto..”
hai mai avuto l’istinto di fuggire?
“questo mai, nonostante, dopo già diversi anni che ci vivevo, io abbia attraversato un periodo molto difficile, proprio buio della mia vita, nel pieno di una mia crisi personale: un giorno ho letto un post in fb firmato Retake Roma che incitava a reagire, a non disperarsi, quel monito ha fortemente risuonato in me, era proprio quello che dovevo fare, trovare la forza per uscire da quella dolorosa empasse”
hai subito colto questa sorta di appiglio?
“nel giugno 2014 ho partecipato al mio primo Retake con Rebecca Spitzmiller e l’Ambasciata americana, eravamo in Via di Rocca antica. Ricordo ancora il calore con cui mi accolse Michela Dani, io all’epoca ero ancora una persona piuttosto introversa ed incline al pessimismo, mi vestivo sempre di nero, a distanza di tanti anni ormai, mi rendo conto che Retake mi ha cambiata nel profondo, dandomi una diversa chiave di lettura della vita. Di fatto mi ha insegnato quello che più conta, che se qualcosa non mi piace è in mio potere cambiarla, mi ha indirizzato a stare in apertura e ad agire. Così sono rimasta dentro Retake, ho sacrificato molti aspetti della mia vita per sposare questa causa, agli inizi mi ci sono dedicata davvero tantissimo e ho continuato a farlo per lungo tempo, facevo retake tutti i giorni o quasi…”
per quale ragione hai intrapreso una strada così dedita e continuativa nel tempo?
“penso che fosse la sola possibile per far crescere questo movimento, non sono stata la sola ad aver dato davvero tanto, una ristretta cerchia di noi si è proprio votata, io ero convinta che dovessimo prestare un impegno costante e qualitativo come condizione necessaria per fare un salto quantitativo e qualitativo”
nel ripensare ai tuoi tanti anni di militanza sembra di vedere anche una tua notevole espansione, come volontaria e come persona
“ho iniziato come Admin del mio gruppo locale di riferimento, quello di Trieste Africano, poi mi sono dedicata contestualmente anche al vicino gruppo RR Piazza Bologna-Nomentano, nel tempo ho iniziato a spostarmi aggregandomi ad altri gruppi, ritenevo necessario conoscerli per comprendere come si fossero a loro volta organizzati, per carpire spunti e motivi di ispirazione, per fare rete con altri retaker e anche per avvicinare zone di Roma nelle quali non ero mai stata: è così che mi sono allungata per la prima volta ad Acilia, Casalpalocco e Corviale, zone che non avevo mai raggiunto fino ad allora. Di Roma continuava ad ammaliarmi la sua sconfinata Bellezza, per questa ragione ho fortemente voluto che si facesse strada il format Retake Cultura”
sei stata sempre animata da una spiccata motivazione
“sono tenace per carattere, forse dipende anche dal mio segno zodiacale, il Capricorno, certamente l’amore per Roma è stato una grande motivazione, sentivo di voler lottare per la mia Città, volevo preservarne la bellezza che incanta tutto il mondo. Poi c’è un altro aspetto: sono ben conscia di come il degrado sia frutto di una serie di soprusi e giri illeciti, per cui ho voluto contribuire, nel mio piccolo, alla battaglia per il ripristino della legalità”
ne parli con spirito passionale
“sono convinta che chiunque abbia ben presente tutto questo non possa che volersi opporre, per me Retake è stato uno strumento pacifico per ribellarmi al filone criminale che serpeggia, di oppormi al degrado morale e sociale che sta rovinando la Città più bella del mondo”
questa è in sintesi la nostra “Rivoluzione gentile”
“Retake per me è fonte di benessere, tutti noi ci sentiamo meglio, non stiamo cambiando il mondo, certo, ma almeno non possiamo rimproverarci di non aver fatto la nostra parte”

consapevolezza della realtà circostante, reazione ed azione
“quello che tristemente manca a molti cittadini, in troppi sembrano essersi arresi. Io vengo da una piccola cittadina del Molise, Termoli, che di certo non può offrire tutta la bellezza, le occasioni e la ricchezza che una città come Roma invece è capace di offrire. Ecco, proprio in virtù di questo, non riesco davvero a capacitarmi di come ci si possa arrendere, non sentirsi legati e sprecare tanta storia, bellezza, arte e cultura, come si è potuto ridurre in questo modo la propria splendida città? Roma a mio avviso sconta una pigrizia atavica, si è accomodata sui suoi secolari privilegi. In questo senso Retake indica un modello diverso, il risveglio delle coscienze e la presa d’atto che non è onesto abbarbicarsi unicamente dietro la lamentela della mancata gestione dei rifiuti, Roma soffre per molti altri motivi ancora”
in effetti mi ha spesso colpito come Te ed altri retaker non strettamente romani combattiate con una spiccata determinazione, nettamente superiore alla media dei romani..
“trovo che gli adulti che hanno gettato la spugna, specie se genitori, facciamo un danno ancor più grande, stanno implicitamente insegnando ai più giovani, ai propri figli, che non c’è più nulla da fare, non c’è più speranza, è un esempio negativo, pessimo, che non potrà che trasmettere sfiducia”
e dalla sfiducia allo sbando il passo è breve..
“certo, che è poi quello che constatiamo nelle strade, spesso colpite anche da atti di vandalismo”
come hai inteso in questi anni il nostro rapporto con le Istituzioni?
“a mio avviso in molti momenti avremmo dovuto farci sentire più criticamente, di fatto è da noi che arrivano gli spunti di urbanismo tattico, di mobilità sostenibile, noi li teorizziamo e li agiamo: qualche mese fa ho rottamato il motorino e acquistato una city bike, raggiungo il mio posto di lavoro a piedi o con i mezzi pubblici, cerco di inquinare il meno possibile. Nel mio ufficio raccolgo i tappi di plastica e li consegno al Mercato di Via Chiana dove saranno poi acquistati per riciclare la plastica e il ricavato va in beneficenza, sono convinta che ognuno possa fare qualcosa, lo sconforto che proviamo è dato dalla sciatteria che ci circonda e dall’inquinamento globale, chi ci amministra dovrebbe davvero darsi una svegliata”
hai dato prova di esserti gradualmente espansa quando sei entrata a dare il tuo apporto nel Direttivo di Retake Roma, nei cinque anni che hai dedicato alla Comunicazione di Retake, della quale eri responsabile e, in tempi più recenti, quando ti sei dedicata alla messa in dimora di diverse alberature in una strada del tuo quartiere: la tua sensibilità ecologista ancora una volta è passata dall’azione
“Roma per fortuna vanta una realtà associativa molto viva e negli ultimissimi anni in tanti si stanno prodigando nel mettere a dimora alberi e piante. Anche io ho deciso di occuparmene, l’ho fatto proprio nella strada in cui abitava la mia amatissima nonna. Devo dire che l’aspetto più spinoso dell’impiantare è rappresentato dall’innaffiamento estivo. Abbiamo un’Amministrazione che non riesce a farsene carico e garantire un servizio regolare, non esiste la manutenzione ordinaria del Verde, tutto si regge sul volontariato fai da te, ci sono vere e proprie sacche di iniziative autonome animate dai cittadini ed allora tocca organizzarsi. Ad esempio, prima di andare in vacanza ho dovuto preoccuparmi di trovare chi potesse prendersi cura del mio gatto dentro casa e, fuori casa, a chi delegare l’annaffiamento degli alberi che sono sotto la mia sorveglianza e che annaffio personalmente ogni settimana. Il progetto dedicato agli alberi risponde al grido di allarme causato dalla deriva ambientale che stiamo scontando a livello mondiale”
In pratica, prima di andare in ferie, ti sei preoccupata di chiudere “casa” lasciando tutto in ordine
“per fortuna gli ottimi legami che possono crearsi tra volontari ci consentono di supplirci gli uni con gli altri, io ho potuto fare affidamento su Massimo Proietti degli Amici di Villa Leopardi e su Roberta Dionisi di RR Piazza Bologna. Il Verde è davvero una grande responsabilità d’estate. E poi è vero, sì, Retake insegna che non c’è alcuna distinzione tra la nostra dimensione domestica e la Città, dobbiamo viverla come un’estensione della nostra casa e dedicarle la medesima cura”

vorrei tornare al grande lavoro che hai svolto nel campo della Comunicazione
“ho iniziato a scrivere qualche post sulla pagina fb di RR, poi sono arrivata a dedicarmi alla sua completa gestione e nel corso del tempo anche alla supervisione degli altri canali (Instagram, Twitter, Telegram, abbiamo riattivato la newsletter e creato un nuovo sito). In termini di contenuti, esaurita la prima fase di racconto di tutte le attività di RR, mi sono focalizzata sul trasmettere i valori e gli infiniti significati di quello che facevamo, ho voluto che arrivasse il nostro modo diverso di vivere la Città, di viverla insieme agli altri, di pensarla, di chiedersi che cosa ciascuno potesse fare per cambiarla, noi non siamo paladini del decoro fine a se stesso. Questo sforzo comunicativo si è tanto più acuito nei mesi in cui si è diffuso il Covid, nel corso dei quali di fatto le nostre attività su strada si erano interrotte e noi volevamo comunque comunicare info utili e indicazioni per prendersi cura di Roma e dell’ambiente (ad es. fare correttamente la raccolta differenziata) e dare la percezione di quanto in realtà non ci fossimo per nulla seduti.”
la socialità è un aspetto che contraddistingue l’esperienza di Retake
“Retake offre a tutti la possibilità di avviare un cambiamento nella propria vita e a favore della Città e lo fa all’interno di un’ampia rete di relazione: il retaker esce dal proprio guscio, conosce altri cittadini volontari, insieme creano progetti comuni e li realizzano concretamente. A me Retake ha donato anche diversi buoni amici, ci sono persone che continuo a frequentare a prescindere dalle attività di volontariato. Abbiamo condiviso dei valori e una visione di città, insieme abbiamo indotto molti cittadini ad uscire dalla dimensione individuale e ad entrare in quella collettiva.”
spesso mi piace comprendere in che rapporto i volontari si pongano rispetto alla strada, che è poi la dimensione nella quale per lo più agiamo e Te sei particolare in questo senso perché hai dato il tuo contributo sia sul piano operativo che concettuale
“la strada agevola il contatto umano, mette l’uno affianco all’altro il Professore e il senza tetto, uniti nell’ adoperarsi per lo stesso obiettivo. Noi siamo capaci di collaborare con tutti, questa propensione ci porta grandi insegnamenti e ci consente di consegnarne altri. Ricordo in particolare una serata durante la quale siamo stati avvicinati da un ventenne, era alticcio, forse stordito anche da qualche stupefacente, da solo in strada. Noi ci eravamo incontrati per un “Gelato&Raschietto”, il ragazzo era curioso di capire che cosa stessimo facendo e alla fine si è aggregato a noi, lavorando tutta la sera, io ho cercato di essere accogliente e dedicargli attenzioni, mi ero resa conto che non voleva tornare a casa, si stava vivendo quella sua parentesi di estraniamento ed assopimento e casualmente aveva incontrato noi. A conclusione del retake abbiamo preso un gelato tutti insieme e lui, nel salutarci, ci disse che eravamo proprio strani a stare per strada invece di dedicare il tempo alle nostre famiglie, ma si percepiva che era contento di aver passato la serata con noi. Certamente in noi aveva trovato un insperato rifugio.”
quanta solitudine hai colto per strada?
“davvero molta, da parte sia degli anziani sia dei giovani, spesso in Città mancano luoghi ed occasioni aggreganti, noi riconquistiamo gli spazi e li animiamo di momenti fruibili collettivamente. Indichiamo che è possibile non sentirsi ingabbiati nel proprio isolamento. Nel fare Retake ci si sente parte di, Retake trasmette grande senso di appartenenza, consente di guardare al proprio quartiere come ad una estensione di se stessi, quando incominciamo a prendercene cura iniziamo a diventare una sua parte vitale, io mi accorgo che quando percorro il mio sono in tanti a salutarmi, ci riconosciamo, ci sorridiamo, ci scambiamo due chiacchiere. Ho lasciato tracce nel mio quartiere, quando cammino vedo i segni riqualificanti del mio passaggio, ritrovo me stessa. In fondo la Città dovrebbe essere questa, un’opera corale che deriva da uno sforzo collettivo.”
Simo, è così bello vederti sorridere e ulteriormente espansa in tanti altri progetti cittadini, ma tu lo sai che “Retake è per sempre”?
“Certo, retaker si rimane per sempre, è una filosofia di vita e un modo, costruttivo e bello, di vivere la città”
e da lei arriva una luce davvero espansa

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