Brigida Verde, di nome e di fatto, Te sei un po’ la Signora del Verde?!”

“è buffo!!!…vero?! il mio cognome sembra un pò un destino scritto….non poteva che essere così forte il mio amore per la Natura, i fiori e le piante. ,  in effetti, questa passione, risale alla mia infanzia, ho sempre avuto il  pallino di sperimentare: ho iniziato sin da piccola a maneggiare semi, piccole taleee e piante sul terrazzo di casa.
Mia Madre mi ha sempre assecondato, visto che le piante sono sempre state anche la sua passione.
Sono una curiosa ed ho sempre  sperimentato come possa reagire la Natura; non ho mai seguito veri e propri studi di Botanica eppure approfondisco, voglio saperne sempre di più, osservo costantemente e studio le piante che mi circondano”

Si può dire che tu sia un’autodidatta!

“sì, sono autodidatta, ma non posso dire di aver approfondito tutto ciò che riguarda la botanica. Faccio tesoro di ciò che apprendo riguardo la cura delle piante che ho avuto modo di conoscere fin’ora.
Mi rapporto alla flora perchè sono soprattutto una persona manuale, in tutto e per tutto, sono artigianale: amo riutilizzare le cose e dare loro nuova vita; è un pò così anche con le piante perché cerco sempre di fare in modo che non vadano sprecate.
Le piante non si buttano!! Assolutamente no!! Sono espressione di vita ed io le curo anche per questo”

vivere a Torraccia è la logica conseguenza di questa tua sensibilità?

“vivere a Torraccia è per me un privilegio,
mi consente di avere il contatto con la terra (e con le persone) infatti mi ci sono subito sentita a mio agio. Quando mi ci sono trasferita, nel 1996, ho avvertito che ero arrivata proprio a casa, anche se non c’era ancora niente, neanche le strade asfaltate….  (la nascita del quartiere risale a pochissimi anni prima).
Io vengo da Montesacro, dove ancora vive mia Madre; per carità, a Via Valsugana, dove sono nata, sono molto affezionata, solo che Torraccia è la mia vera dimensione. La palazzina dove sono andata ad abitare era nuova, le strade larghe, molte delle abitazioni non sono alte più di cinque piani, ci sono anche delle villette e tanto tanto verde,
ovunque!!!
Dalla mia stanza godo della vista di un grande pratone dove quasi quotidianamente vedo pascolare un bel gregge di pecore e dove il sole spesso regala tramonti mozzafiato”

Il Verde che da voi risplende, curato come un paesaggio dal sapore anglosassone, è in larga parte dovuto al tanto lavoro che ci avete collettivamente messo

“da noi c’è uno sviluppato senso di collettività; sin da quando sono arrivata a Torraccia ho notato e apprezzato l’operato di diversi volontari occupati in diversi settori.  Lì ho iniziato a sentire una spinta verso il volontariato, spinta che, per vari motivi familiari, ho dovuto coltivare per alcuni anni, solo come “sogno nel cassetto”. Ci sono voluti degli anni prima di poter scoprire e iniziare il mio percorso Retake. Da allora è stato sempre un crescendo di attenzione e cura verso il mio territorio. È stato bello scoprire che ci sono altre persone che amano il proprio territorio e se ne vogliono prendere cura proprio come me. Certo, il territorio è vasto e a volte non bastiamo come forza lavoro, ma la speranza di avere nuovi amici

(perché è questo che si diventa dopo un pò che si condivide la stessa passione) è sempre forte. Circa 4 anni fa, durante il nostro operato di riqualificazione urbana nel quartiere, ad un certo punto ci siamo accorti di una fascia di terra, al confine estremo di Torraccia, ed abbiamo scoperto che non era di pertinenza ne’ di Torraccia, né di Propaganda Fide (una grande estensione di terreno, oltre la recinzione che dà proprio sul parcheggio della Chiesa).
Ci è sembrato un vero peccato lasciare quell’area in quello stato brado con malva altissima e resti di materiali edili di varia natura. Lì, di conseguenza, nessuno andava a passeggiare, il tutto era abbandonato a se stesso fino al momento in cui la forza del gruppo ha iniziato la bonifica. La dedizione di tutti e il personale contributo di ognuno di noi con le proprie competenze, ha dato vita a quello che nel tempo si è trasformato in un piccolo giardino dove ora in molti vengono a passeggiare.

da voi si coglie una cura minuziosa, io mi sono fatta l’idea che siate riusciti ad esprimere il meglio del maschile e del femminile, lavoro duro di disossamento del terreno perché possa accogliere nuove piantumazioni e il garbo nel non lasciare niente al caso, mettendo persino ordine”

“in tutti i nostri interventi fatti nel quartiere è andata così: prima abbiamo fatto il lavoro durissimo di bonifica e poi il lavoro di abbellimento. Per poter arredare i nuovi spazi bonificati abbiamo anche coinvolto tante persone in occasione della nostra prima Festa dell’Albero – credo fosse il 2018 – ci sono stati donati i primi alberelli con i quali gli abitanti hanno voluto omaggiare qualcuno dei loro cari. Chi per la nascita di un figlio, chi in occasione di un anniversario di nozze o per ricordare un proprio caro che non c’è più. Questa è un’abitudine che da noi si è poi consolidata.

stai descrivendo il primo seme di una complessa e diffusa operazione di bonifica e riforestazione urbana collettivamente conseguita che fà del vostro quartiere una punta di diamante romana. Che ruolo hai giocato Te?”

“io sono sempre molto partecipe, specialmente quando si tratta di piante! Sono una persona che ama condividere, mi piace molto il contatto con le persone, comunico con immediatezza, sono molto espansiva e ho bisogno della socialità.  Facciamo spesso i Carpe diem – (piccoli Retake volanti) – che ci consentono di stare sempre in contatto tra  noi.  Questa attività mi riempie di soddisfazione e mi dà una carica incredibile! Ho persino perlustrato tutti i vivai vicino a Torraccia e dopo aver illustrato il progetto di riqualificazione e riciclo ai vari proprietari, ho preso in dono tutte le piante e piantine invendute che hanno potuto regalarci. Così ho dovuto scegliere il posto giusto per poterle ripiantare (valutando sempre prima il tipo di pianta e le sue esigenze). In questo modo ho potuto conoscere sempre meglio le varie essenze. Per i vivai erano soltanto merce di scarto, io le ho riciclate e salvate!
Una bella soddisfazione.
Ho piantumato, piantumato tanto che oramai nel giardino che si sta sviluppando, non c’è più posto! Conosco tutte le piante che ci sono e so perfettamente la storia di ognuna…il mio primo alberello? Parliamo di molti anni fa nella casa di campagna. Era un Nespolo nato da un nocciolo, lì ho realizzato anche una siepe di Alloro recuperando le piantine a Villa Ada, sotto la pianta madre cadono i semi che danno origine a delle piccole piantine.
Gioco, osservo e studio, rispetto le piante, le studio con amore e faccio tesoro di quello che percepisco dai segnali che mi danno.
In questi anni siamo stati in tanti a lavorare e lo abbiamo fatto molto duramente. Anche nella scelta del luogo dove piantumare e durante le messe a dimora delle piante: chi ha fatto buche, chi ha caricato la macchina di piante e di taniche per annaffiare, c’è chi prepara l’acqua con le ortiche per togliere i pidocchi dalle rose, chi ha costruito la staccionatina con il legno delle pedane, chi taglia regolarmente l’erba e chi ancora porta piante donate da chi non può più tenerle in balcone. Da noi ognuno ha dato un contributo prezioso.”

Acqua d’ortica? e come funziona?!

“si mettono le foglie di ortica a macerare in acqua per un mese. Si filtra e poi si spruzza come anti parassitario.
A Torraccia, non abbiamo creato solo il giardino della Casina dei Fiori nella zona ribattezzata “Contrada Paradiso”, ci sono anche altri luoghi nel quartiere dove i nostri interventi hanno donato dignità e soprattutto bellezza. Aree che abbiamo ribattezzato per praticità ed anche per gioco.
Uno è quello che noi chiamiamo Collina degli Ulivi, (alle spalle del casale ACT.)
È bello raccontare e ricordare quando arrivava,,durante la bonifica la forza prorompente del gruppo  che noi, ancora oggi, denominiamo come “i Cugini di Campagna”. Questi sono Amici (perché è questo che si diventa dopo aver fatto degli interventi Retake tutti insieme) che hanno una marcia in più vista la loro conoscenza e competenza. Anche loro si sono molto e faticosamente prodigati, e lo fanno tutt’ora, per l’intero quartiere. Un altro luogo del nostro cuore è Via Tamassia. Dove oggi c’è un bel parco pieno di alberi, sempre piantati dal nostro gruppo, prima c’era l’abbandono totale! Pensa che durante la bonifica abbiamo persino trovato, seppelliti dalla vegetazione, i resti di una capanna abusiva andata a fuoco chissà quando…
Altro nostro fiore all’occhiello è stata la bonifica di tutta la pista ciclabile. Pensa che in tanti di Torraccia ci hanno confessato che per anni non si avventuravano lassù per timore di correre pericoli, tanto era impervia tutta l’area.  Impraticabile era anche tutta la zona della palestra e dei campi sportivi: ora è soprannominata Punto Verde Qualità o Collina dell’infinito …. E lì sta’ nascendo il bosco di Torraccia.
Un altro nostro riferimento è nei pressi del Centro antiviolenza delle Donne, lì di fronte c’è quella che noi chiamiamo la ex zona bruciata, lì un tempo c’erano tantissimi rovi, era del tutto inaccessibile: a seguito di un incendio è stato possibile intervenire ed estirparli tutti, una fatica enorme, adesso lì ci sono i tre Tigli, acquistati sempre con le donazioni, abbiamo anche allineato le ginestre: ora il paesaggio ha assunto tutto un altro aspetto, è pulito, curato ed ordinato. Abbiamo cura costante anche delle aree che sono gli ingressi al quartiere come la Pinetina, via Cappi e via San Severino Marche, non ultima anche la nostra cara Piazza Ambrosini.
Teniamo molto al decoro del nostro quartiere e, per raggiungere dei risultati, i nostri carpe diem sono quasi giornalieri.
Infine, il nostro più sentito luogo di riferimento è il ribattezzato Parco Malaguti, sotto la ciclabile… –

noi due avremmo dovuto sentirci per questa intervista il giorno stesso in cui Enrico ci ha lasciati, durissimo colpo per tutti, questo parco ricorda con grande forza simbolica il tantissimo che ha dato al quartiere e a tutti

“quel parco è per noi un riferimento quotidiano, dal grandissimo esempio di Enrico non possiamo più prescindere, lui è sempre con noi, io ho preso l’abitudine di passarci ogni giorno quando torno a Torraccia, magari allungo anche un pochino la mia strada, ma non voglio farne a meno.”

Enrico è stato il timoniere ed il faro, eppure tutti insieme avete lasciato segni di miglioramento molto tangibili e un indirizzo:
si presta cura al proprio quartiere perchè è la casa di tutti

“abbiamo un grosso riscontro dalla Comunità, tutti ci conoscono e ci salutano. Noi siamo di fatto un po’ l’anima del quartiere, personalmente curo anche la raccolta dei tappi di plastica con la quale ho sostenuto per anni il progetto dei Gusci Di Noce animato da Emanuela Fiorenza a Sacco Pastore.  Ultimamente continuo a raccoglierli per il Parco delle Sabine, (con il ricavato compreranno nuovi alberelli da piantumare). Il nostro quartiere è come fosse un villaggio, è proprio la sua conformazione a renderlo così, non è una zona di passaggio, questo fa sì che alla fine ci si conosca quasi tutti. E’ grazie a Retake che la mia vita è migliorata perché ora è piena di amici con cui condivido degli interessi; inoltre posso fare quello che mi è sempre piaciuto fare: SOCIALIZZARE!
Quando stiamo al giardino c’è sempre qualcuno che si ferma per una chiacchiera, una volta è passata una signora molto in là con gli anni per dare un consiglio, una parola tira l’altra è ci siamo trovate che alla fine le ho passato un coltello e si è messa a raccogliere erbe commestibili di cui non sapevo neanche l’esistenza. Questi fatti li trovo meravigliosi e mi riempiono il cuore di gioia e di umanità.
Io ho sempre sognato una casa con il giardino,
qui ho la mia “grande famiglia” e i giardini
come casa”.