Andrea, il gruppo di cui sei Admin ha “debuttato” appena quattro mesi e già vi si nota piacevolmente

 sì abbiamo iniziato a febbraio, ma in realtà io avevo già avuto dei contatti con Retake Roma cinque anni fa quando presi parte ad un evento ad Ostia dove andai con mia figlia che aveva allora otto anni. Nel tempo mi è capitato di fare confronti con le tante città che visito come Assistente di Volo, per lo più organizzate, pulite, funzionali, in netto contrasto con la realtà quotidiana che mi circonda quando ritorno a casa. Io ad Ostia Antica vivo da tanti anni, è stato per me inevitabile prendere atto del degrado dal quale è circondata: urbanizzazione crescente, traffico aumentato, desolazione, ha perso il fascino del piccolo luogo raccolto, non oso immaginare che sensazione dia ai turisti che vi approdano, tante volte mi metto nei loro panni e mi sento a disagio, proprio sconfortato. Io abito lì dal 1982 ed è un luogo che non riconosco più.

come è avvenuta la tua reazione costruttiva?

ne ho parlato con Daniel Corona che è per me un grande Amico, un collega, quasi un fratello e lui aveva le mie stesse sensazioni: abbiamo iniziato ad attivarci insieme, un caffè, pinze raccogli rifiuti e sacchi, interventi light, tanto per non darsi per vinti. Poi ad ottobre scorso ho preso parte ad un Retake sulla spiaggia ed ho rincontrato Leandra Gargiulo che mi ha chiesto se poteva farmi una domanda indecente, alludeva al gruppo di Retakeroma Ostia antica, fermo da tempo, e all’idea che io potessi rilanciarlo in veste di Admin

come hai reagito?

non ho aderito immediatamente, ho avuto qualche perplessità perché a me le cose piace farle nel migliore dei modi. A distanza di un po’ di tempo mi rendo conto che mi ero fatto un’idea superficiale di Retake, non avevo compresso la sua complessa struttura organizzativa. Comunque ad un certo punto mi sono deciso e con me anche Daniel che è diventato Admin come me.  Rispetto alla dimensione urbana le persone si dividono tra chi sporca, chi agisce civilmente e chi è indeciso. Io ho scelto la strada dell’azione. E nel tempo ho constatato quanto la concretezza di Retake venga apprezzata. Non lo dico a sensazione, mi è stato fatto presente, in noi viene apprezzato il fatto che non ci perdiamo in chiacchiere e passiamo immediatamente ai fatti

siete già conosciuti nel vostro territorio?

assolutamente sì, ci riconoscono e salutano per strada. Un merito che mi sento di riconoscermi è che forse abbiamo intuito che dovevamo presentarci alle altre associazioni già attive da tempo puntando a creare una rete dove ognuno mantenesse la sua identità al fine di cooperare per lo stesso fine.  Siamo stati incoraggianti, abbiamo fatto da garanti tra persone che non avevamo mai tentato la relazione tra loro. Questo è in realtà quello che sta accadendo tra noi Volentieri Volontari e Sentiero Pasolini, è lusinghiero che alcuni di loro abbiano acquistato la nostra pettorina, ormai ci apprezzano, ci vogliono bene. Abbiamo trasmesso entusiasmo ed armonia. Uniamo le forze di braccia e anche di attrezzi, ci prestiamo i decespugliatori, è indubbio che questa alleanza sia proficua per tutti. Mi sono reso conto che questa sinergia non è affatto scontata, prima che noi arrivassimo, ognuno lavorava per suo conto, noi siamo riusciti a far vincere il principio che cooperare è davvero possibile, abbiamo avvicinato realtà che erano vicine da sempre eppure separate. Noi abbiamo teorizzato il valore della coesione, l’abbiamo dimostrato con i fatti. Oramai siamo diventati una grande casa dove c’è spazio per tutti

raccontaci dei primi Retake che avete organizzato

a febbraio abbiamo deciso di avviarci in una strada dove ogni lunedì si tiene un mercato: Ama dà una ripulita del tutto sommaria, ti lascio immaginare quello che abbiamo trovato. Siamo infatti tornati una seconda volta. Ad aprile, dopo il secondo lock down primaverile, siamo stati in Via Capo due rami, è una delle strade bianche che costeggiano il fiume. Lì ci è toccato impegnarci in una vera e propria bonifica, ci siamo ritrovati in ben cinquanta volontari e abbiamo prodotto 80 sacchi! Ci è poi toccato smaltire questo cumulo di rifiuti con le auto private. Si è trattato di un eventone, abbiamo avuto l’attenzione di Canale 10 Ostia, un passaggio importante, abbiamo bisogno che si parli di noi

via via si è formato un gruppo stabile?

sono circa 20 le persone che si presentano assiduamente agli eventi, il gruppo c’è, come sono tante le cose da fare e più ne facciamo e più ci vengono idee e voglia di fare. Il 30 aprile abbiamo accolto il desiderio di due genitori che volevano festeggiare il proprio figlio in maniera non convenzionale donandogli una sorta di festa didattica che abbiamo organizzato in un parco. Abbiamo consegnato ai bambini una matita ecologica che, una volta temperata fine alla fine, custodisce il seme di una pianta, i bambini ne sono stati entusiasti. Li abbiamo poi intrattenuti con dei giochi sulla raccolta differenziata. Sentiamo molto l’importanza di questa componente educativa e abbiamo proprio a cuore i bambini: il 19 maggio siamo intervenuti in una scuola materna per potare l’erba, ai bambini era oramai precluso giocare nel cortile: anche in questa occasione Canale 10 ci ha dedicato un servizio

che tipo di messaggi trasmetti parlando di Retake?

premetto che io ho una naturale disposizione al dialogo e amo molto il contatto con le persone per cui per me stare sulla strada e comunicare sono un piacere. Quello che mi sta più a cuore comunicare è che Retake non è un sostituto delle Istituzioni, quanto uno sprone, noi installiamo la cultura del bello, siamo un volano, una realtà ben diversa da quella etichetta di spazzini che tendono ad appiccicarci di tanto in tanto. E’ chiaro che ci sta a cuore contagiare un gran numero di cittadini, vogliamo che sviluppino affezione per porzioni di territorio, se ne prendano cura e lo facciano in maniera continuativa. Dobbiamo crescere come collettività

è già accaduto?

nel caso di due parchi è esattamente quello che è accaduto: siamo andati a parlare con i condomini che abitano lì vicino, tre di loro hanno aderito e adesso controllano che il parco stia a posto. In quello di Largo Testini abbiamo ripitturato i giochi con vernici atossiche, tagliato l’erba, pulito l’insegna e adesso il parco è di nuovo frequentato, questo è l’obiettivo principale, che la gente si riappropri degli spazi comuni, gli spazi vanno vissuti.  Questi sono risultati incoraggianti, come lo è stata la proposta che ci ha fatto un gruppo di volontari che operano nel Parco Attilio Profumo che stanno per realizzare un murale e vorrebbero che figurasse il logo di Retake, lo abbiamo inteso come un omaggio, un riconoscimento affettuoso del nostro operato. Ho chiesto al Direttivo se è possibile rispondere positivamente, confesso che mi farebbe piacere

come scegliete i luoghi sui quali intervenire?

facciamo molti sopralluoghi, a piedi o in bicicletta e decidiamo insieme, poi cerchiamo di calendarizzare le attività, i primi tempi avevamo una cadenza settimanale, adesso ci siamo assestati su due interventi mensili. Stiamo attenti a chi ci circonda, i giovani per esempio non vanno né demonizzati, né emarginati, noi stiamo cercando di includerli. Prima li abbiamo fatto ammettere che le aree verdi che frequentano anche loro avrebbero bisogno di cura, poi gli abbiamo chiesto di darci una mano. D’altra parte Retake fa questo, sta sul territorio e cerca di attivare chi lo occupa perché se ne senta quota parte, ci adoperiamo per rivitalizzare i luoghi, questa ricaduta sociale del nostro agire è per me cruciale

questa esperienza sembra aver portato tanta energia anche a voi

indubbiamente e ci entusiasma la tanta strada ancora da fare. Dico fare perché quello che forse più ci viene riconosciuto è che le chiacchiere stanno a zero e che è il fare ad indentificarci: nessun proclama da promessa elettorale, poche decisioni e molti fatti. E questa concretezza è quella che ci lega come gruppo. Quello che più mi piace di Retake è che come un seme che noi piantiamo nella coscienza delle persone. Di fatto quando si vive in un ambiente degradato l’anima si sporca. Quello che noi facciamo è cambiare il contesto perché cambino le persone e questo cambiamento diventa benefico per tutti