Venticinque anni, spumeggiante, entusiasta, la tua energia, Alessandra, “buca”, arriva fino a Roma e la mia curiosità è a mille: tra le tante strade verso le quali avresti potuto convogliare le tue forze, perché proprio Retake?!
“prima di tutto, hai nulla in contrario se parliamo mentre cammino?!”
nessun problema, immagino tu voglia ottimizzare il tuo tempo
“è vero, sono un po’ così, un tornado, faccio tante cose, ma la realtà è che amo proprio camminare, mi rilassa. Bene, tutto è nato da un annuncio che ho letto su “Milano da scrocco”, è una pagina Instagram che organizza eventi gratuiti, ne promuovevano uno a Piazza Repubblica che mi ha incuriosito. Prima del Covid avevo tentato di cercare la mia strada all’interno di un’associazione di volontariato, ho cominciato con in ESN, gruppo studentesco legato all’Erasmus; poi mi sono offerta come tutor in un progetto portato avanti dalle università di Cambridge-Bicocca, nel quale offrivo ripetizioni due volte a settimana. Durante la pandemia ho dato supporto nel progetto “Spesa sospesa” portato avanti dal LatoB di Milano. Attualmente sono attiva in due associazioni, tra cui Retake che dà spazio ai miei interessi per l’ambiente e SOS Mediterranee, dal punto di vista umanitario (Sostenetela). Io amo prendermi cura della mia città”
sei milanese?
“assolutamente! Sono nata all’ospedale Mangiagalli, poi che mio padre mi abbia costretto a vivere in provincia è un’altra storia; io sono milanese, passo le mie intere giornate a Milano e torno a casa solo per dormire. A Milano ho trascorso intensamente i miei anni universitari e anche per questo, amo alla follia prendermi cura di questa città.”
com’è nato l’interesse per la raccolta?
“a Torre Melissa, dove i miei nonni materni hanno costruito con i loro sacrifici una casa dove io e la mia famiglia ci incontriamo da sempre nei mesi estivi. Posso dire di essere cresciuta su quelle spiagge. Per questo mi è venuto naturale dare l’avvio alla mia prima esperienza Retake proprio da quel luogo del cuore.
parlami del tuo primo incontro con Retake
“il mio incontro con Retake, quindi, con Alejandra è avvenuto a Piazza Repubblica a Milano. Lei, nel suo essere così straordinaria, mi ha subito rapita così che la decisione di aderire a Retake è stata automatica. Il primo evento l’ho organizzato a Torre Melissa dove mi sono rivolta al Sindaco che si è reso subito disponibile per aiutarmi e che ha compreso lo spirito dell’iniziativa. Ritengo però la sua partecipazione una mera pretesa di visibilità politica, ma quello che più conta è avere avuto la possibilità di pubblicizzare l’evento sul sito del Comune. Per correttezza devo anche sottolineare che è stato lo stesso Sindaco a offrire guanti e sacchi della spazzatura. Com’è andato il primo evento? Benissimo. Era l’agosto del 2021 e hanno partecipato tutti i giovani della mia famiglia, compresa la mia cuginetta di dodici anni che, devo dirlo, inizialmente era un po’ restia e poi si è buttata a capofitto nella raccolta. Quello che mi ha favorevolmente colpita è che diversi bagnanti, tra i quali alcuni bambini, si sono uniti a noi e ci hanno aiutato divertendosi.
La spiaggia dove abbiamo effettuato la pulizia si presentava in uno stato pietoso dove imperavano rifiuti di ogni sorta, tra cui, un copertone di una macchina. Tra l’altro, in alcune parti della costa, si accumulano montagnette di rifiuti che ritengo essere create dagli stessi netturbini che, per pigrizia, lasciano tutto sulla spiaggia. Quello è proprio il luogo in cui ho iniziato per la prima volta a fare la raccolta; fin da allora sono convinta che un mozzicone di sigaretta per terra non è solo un oggetto innocuo, ma contribuisce a creare un circolo vizioso, tossico, con conseguenti effetti negativi sull’ambiente circostante.”
come hai proseguito dopo che hai visto Alejandra?
“Alejandra mi ha presto proposto di diventare referente di sezione Retake di Milano, ho avuto un minimo di tentennamento per questa responsabilità, ma ho subito superato ogni indugio ammettendo a me stessa che in realtà io adoro assumermi responsabilità e avere il potere! Certo, dovevo fare i conti con la mia Laurea in Beni culturali che ho poi conseguito, ma ho comunque accettato di cavalcare questa opportunità. Non l’ho vissuta come una sfida difatti, a me le cose piace farle con calma, vivendo e affrontando le cose così come vengono.
Il primo evento milanese è stato ai Navigli, insieme a Plastic free. Ho scelto un luogo iconico, di forte affluenza. Lì abbiamo raccolto un numero incredibile di cicche, erano incastrate nella pavimentazione; se non ci fossimo stati noi volontari nessuna municipalizzata avrebbe potuto farlo. Abbiamo preso parte alla campagna nazionale “Cambia Gesto” per la deterrenza all’abbandono dei mozziconi di sigarette, Alejandra mi ha affiancata, la sua presenza è stata importante per me, ogni avvio necessita di un affiancamento. Quel giorno abbiamo raccolto oltre 4000 mozziconi! Naturalmente la nostra presenza non è passata inosservata, in molti si fermavano a chiedere spiegazioni, si sono anche affacciate delle volontarie. Sin da questi primissimi eventi mi sono resa conto dell’importanza dei singoli gesti, il cambiamento parte da noi”
come vivi il contatto con le persone rispetto agli eventi?
“sono molto estroversa, adoro trascinare le persone a fare le cose e credo di saperlo fare anche bene. Ci tengo a dire che i miei amici, solo nelle primissime battute mi sono sembrati riluttanti, ma poi non mi hanno più fatto mancare il loro sostegno! E, in generale, comprendo che ci sia resistenza rispetto al nuovo. Io sono vulcanica, mi entusiasmo in tante attività, i miei amici si lasciano trascinare nel momento in cui si toccano corde per loro importanti, come i temi ambientali.”
cosa è successo dopo il tuo primo esordio milanese?
“successivamente al primo evento ho deciso di rivolgere l’attenzione alla periferia di Milano e al mio paese, Pregnana Milanese; è stato interessante e sorprendente scoprire che sotto la lente Retake ho cominciato a vederlo con occhi gentili e non mi è apparso più come il paesetto tranquillo e monotono. Un giorno durante un evento dietro la stazione di Pregnana, ho trovato un sacchetto di patatine con scadenza 2017; è impensabile da quanti anni si trovasse lì! Ho cominciato a scorgere in ogni rifiuto un attacco all’ambiente, alcuni sono pericolosi per gli animali e le persone! Nell’attivarmi ho scoperto come sia possibile legarsi sempre più ad un luogo nel prendersene cura, questo è quello che sta sempre più succedendo a me, provo vicinanza ed attaccamento ad un luogo se gli riservo le mie cure. Il Sindaco di Pregnana, al quale mi sono direttamente rivolta, si è rivelato tutt’altro che sensibile; si è rivolto con diffidenza e non ci ha offerto alcun tipo di sostegno, è arrivato a negarci persino una donazione in sacchi dell’immondizia, diceva che avrei dovuto contattare un altro ente. Successivamente gli ho anche inviato un email con tutte i riferimenti utili per capire meglio chi e come opera Retake, mai ricevuto risposta”.
sono gli alti e bassi di Retake, la strada è lunga e sempre ricca di sorprese, nel bene – spesso – e talvolta – meno – anche nel male… con quale criterio hai individuato i luoghi degli eventi successivi?
“siamo andati a Molino Dorino, Certosa e Quartoggiaro, tutti luoghi residenziali, lì i passaggi di pulizia sono effettuati grossolanamente e quindi risultano essere zone sporche e trascurate. Io voglio dare attenzione proprio a queste zone periferiche perché è qui che si concentra il disagio sociale. Credo fermamente nella “Teoria delle finestre rotte”, contenere il degrado sociale e la criminalità attraverso la cura costante sul territorio. Sono convinta che questa sia una misura di prevenzione più che valida. A Molino Dorino, come moltissimi altri, passo spesso sia il mattino che la sera (è uno snodo dove arrivano i pullman, difatti, è la prima fermata della metropolitana); tutti ci passano e nessuno si ferma, prima di Retake non mi ero mai resa conto di quanto fosse degradata! Durante un evento Retake abbiamo trovato persino un cartello arrugginito, feci animali ed umane, un’enormità di bottiglie di vetro e mozziconi. Luoghi come questi sono difficili da trattare perché sono luoghi ai quali nessuno si sente legato; la gente li utilizza senza alcuna consapevolezza ed affezione. Vorrei portassi alla luce anche un altro tema: molti pensano che l’eccesso di rifiuti sparsi sia legato alla scarsità di cestini, io non la vedo così, spesso i rifiuti sono buttati anche ai piedi di cestini vuoti, il problema è legato ad una educazione civica tutta da costruire. Sono davvero convinta di questo, è necessario organizzare eventi per educare al rispetto. Io penso che vada spezzata l’indifferenza all’ambiente, va comunicato che non tutto ci è dovuto, va coltivata l’assunzione di responsabilità e tutto questo va detto attraverso slogan ironici. L’ironia ha una sua forza, è una forma di espressione intelligente, anche scherzando si può arrivare a dire quello che più ci preme. Poi chiaramente va modulata sulla persona, se il nostro interlocutore è sinceramente interessato ha senso avere uno scambio gentile e pacato, se non lo è, è opportuno essere più autorevoli e magari ricorrere anche un tono più liquidatorio, perché disperdere le nostre energie?!”
torniamo alla scelta di Quartoggiaro
“è sempre stata considerata una delle zone più pericolose della città e ormai nessuno si chiede se sia ancora così. Ho degli amici a Quartoggiaro, lì ci sono cresciuti e mi hanno confermato che questo stereotipo non ha più legami con la realtà; anche perché ora a Milano si sono create altre zone pericolose. Anche se lì c’è stato un miglioramento della vita, abbiamo trovato di tutto: materassi, spaghetti, gusci di cozze, pannolini e così via. A questo punto cosa si può fare se non rieducare le persone attraverso l’affezionamento al territorio? A Quartoggiaro ritorneremo il 13 marzo, sarà un evento molto importante legato ad una campagna nazionale, ne sto parlando con Alejandra e lo stiamo preparando insieme; anche se io tendo a fare tutto da sola, una volta un mio ragazzo mi ha detto una frase che mi ha colpito: “l’indipendenza è anche saper chiedere aiuto e io voglio sempre più imparare a farlo”
hai iniziato ad avviare un dialogo con le Istituzioni?
“Ho scritto a Sala, ma devo dire che per ora non ho avuto riscontro… Quello che ho però compreso è che il nostro dialogo con le Istituzioni deve essere lontano da ogni polemica. Come ho anche imparato nel confronto con la mia psicologa, è cruciale essere capaci di una comunicazione sana, bisogna parlare in maniera pacata e nello stesso chiara, diretta, trasparente”
sono certa tu abbia un sogno nel cassetto
“ne ho due, uno piccolo e uno grande. Il piccolo è di riavviare un progetto al quale avevo già lavorato e che è stato bloccato dalle misure anti Covid: dialogare con gli studenti universitari per presentare Retake: a me piace molto la divulgazione, mi piace parlare, spiegare.
E poi ho un sogno nel cassetto grande: vedere Retake diventare una realtà internazionale”
sei la sola che mi abbia detto questo, oltre a Francesca Elisa Leonelli che la vede già negli stessi termini: in che città vorresti che Retake approdasse per prima?
“Retake sta crescendo molto in fretta: io sono già pronta a partire per Parigi! Lo dico, lo dico?! Milano può gareggiare solo con Parigi!”
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